MONTEGRANARO – Una lezione devastante, che ricorda a tutti come le partite di basket durino quattro tempi e non due. La Sutor è bella a metà, solo che ha scelto quella sbagliata: i primi due quarti. Teramo vince (50-71) e si garantisce, quantomeno, la bella in casa, sempre che la Sutor trovi il modo di vincere venerdì gara 4. Magari recuperando Cipriani che si è scaldato nel pre gara ma poi non si è mai alzato dalla panchina. Serve lucidità, in campo e in panchina: la mossa dei tre piccoli per limitare il tiro di Teramo ha funzionato per diversi minuti, ma Ciarpella poi non l’ha replicata mentre la squadra sbandava, poi è chiaro che se i suoi sbagliano da liberi il coach può poco. Domani, durante l’analisi del post gara, il coach saprà raccogliere molti spunti, dai buoni iniziali al disastro finale.
LA PARTITA
Si parte con la tripla di esposito. Teramo alla fine gioca in casa anche alla Bombonera, almeno a livello di tifo per venti minuti. Pochi i veregrensi, in curva solo uno striscione, pochi ma rumorosi gli abruzzesi. Coach Ciarpella sceglie Tibs da 5 per provare a lasciare a Marini il suo amato spazio fuori dall’area colorata. Ma le prime due azioni sono da dimenticare, come in fretta la seconda tripla di Teramo grazie al cecchino Rossi. Uno 0-6 che fa male, anche perché le due bombe sono state comode, come le tante subite nei primi due quarti lunedì.
Capitan Ciarpella scende in campo con una gamba completamente incerottata, ma la mano è libera. E la Sutor reagisce (0-5). Ma rossi è una macchina, scatta, taglia, tira e segna ancora da tre. Il piano partita cambia con l’ingresso di Gallizzi per Bonfiglio: il pallone entra dentro l’area e Aguzzoli, più mobile del suo avversario, crea da solo il break con canestri e assist per i due lunghi (12-11). Cresce la fiducia, la palla gira e anche la Sutor, come Teramo durante i primi minuti, trova l’uomo libero: tripla di Romanò che esulta come dopo un gol ai Mondiali. Buon segno, la grinta non manca a nessuno. Chiudere in vantaggio è già un buon segno, anche perché tramo è molto legata al tiro da fuori e dopo le prime tre bombe, ha infilato otto ferri di fila.
Tre piccoli, Riva e Marini per provare a scappare nel secondo quarto: anche Ciarpella cambia le sue abitudini in una gara che pesa tantissimo sulla serie salvezza. E il primo gioco a due tra i lunghi fa ben sperare. Purtroppo Rossi, come ha un centimetro, colpisce e se davanti ha Bonfiglio lo fa con ancora più gusto. Occhio a Gallizzi, però, che studia dai grandi e vuole tornare a Sassari da protagonista. La sua penetrazione per il +5 è un bijoux. Solo che poi il piccolo play perde il controllo e alza il gomito per liberarsi di Serroni che gli sta attaccato come una tellina allo scoglio: fallo antisportivo. Seguito dopo un paio d’azioni dal flopping di Bonfiglio che si becca un tecnico evitabile.
Tanti falli per i gialloblù, ma Teramo non ne approfitta e Gallizzi fa segnare anche Tibs con un super assist no look. Giocate che fanno bene anche ai compagni che guardano e infatti Bonfiglio dopo 17’ trova il suo primo canestro seguito da Aguzzoli in appoggio morbido da centro area (30-23). Dopo avere spompato gli esterni di Teramo con i tre piccoli, Ciarpella chiama tim ut e inserisce tutte le torri. Il quintetto alto chiude l’area ma fatica in attacco e il tabellone si ferma (33-25). Intervallo lungo con la Sutor che chiude con il 50% al tiro e dominio a rimbalzo.
Il terzo quarto sembra di veder giocare due squadre diverse. Per tre minuti non segna nessuno, poi solo Teramo e ci vuole un flash di Gallizzi per muovere il punteggio. Ma in cinque minuti due soli punti per i gialloblù. Che però difendono, a parte una tripla regalata a Di Bonaventura battezzato per dieci secondi (37-33).
Minuti faticosi, il canestro è sempre più stretto e le percentuali si sporcano con errori anche banali, per fortuna da entrambe le parti. Prima che Cucco, ai margini del match, segni la tripla che fa infuriare Ciarpella. Time out e quintetto da battaglia con Bonfiglio, Gallizzi e Ciarpella esterni, Marini e Riva a fare legna. Ma la Sutor non segna più e gli ospiti sorpassano (38-41). Tutto quello che riusciva per il meglio svanisce, sommerso da cori e urla dei tifosi di casa che dopo aver disertato i primi due quarti, passati a bere birre come scritto nello striscione che hanno lasciato in curva, entrano al palazzo. Il tap-in di Romanò tiene in vita i gialloblù che tirano solo da fuori, come nei peggiori momenti (40-43 al 30’)
Si gioca tutto in dieci minuti. Angellotti, con la palla recuperata nell’ultimo minuto in campo, si merita il posto. Il problema resta Bonfiglio, impalpabile al tiro e in regia, e la marcatura di Rossi che da tre è micidiale. Aguzzoli, che in attacco era il più continuo, da lunghi minuti guarda tutti dalla panchina e il parziale di Teramo diventa devastante: 23 a 7 in 11’. Ciarpella ferma tutto di nuovo e rimette Gallizzi. Ma la palla finisce sempre a Romanò che sbaglia da tre in serie, mentre Cucco continua a segnare portandosi a spasso Angellotti (40-54) non aiutato dai compagni.
Dopo tempo infinito, Ciarpella torna a segnare dal campo, chiudendo con un arresto e tiro l’ennesimo giro di campo in palleggio di Bonfiglio. Ma resta un fatto: la palla ai pivot non gliela dà mai nessuno e così no si liberano spazi e i tiri diventano complicati. Merito anche di Teramo, che nell’intervallo ha ricaricato le gambe, oltre che le mani dei suoi esterni.
L’unica volta che la circolazione funziona, Bonfiglio da tre centra il primo ferro mentre nell’azione dopo Cucco, ancora lui, brucia la retina (43-57). Deve arrivare praticamente a meno venti la Sutor per convincere il coach a rimettere Aguzzoli, che era stato il migliore dei gialloblù. E l’ala appena entra segna, ma ormai si gioca per la gloria e l’orgoglio, quello che i gialloblù dovranno tirare fuori per non retrocedere. "Fino alla fine, forza ragazzi" urlano i tifosi gialloblù prima di contestare il il dg Masini.
r.vit.