FERMO - Uno spicchio di terra a ridosso del mare, tra campi di grano e uliveti, attraversato da ampi sentieri. Un bosco extraurbano di dodici ettari, riqualificato dalla Steat, che l’ha ricevuto in cessione dall’allora provincia unita e che ne ha fatto il polmone verde di Monte Cacciù, tra Fermo e Porto San Giorgio.
Il progetto sarà presentato venerdì alle 18. «Un'azienda di trasporti pubblici – spiega il presidente della Steat, Fabiano Alessandrini – viene considerata come un mero collettore di Co2 nell'atmosfera. Noi, oltre ad aver intrapreso da tempo la scelta di migliorare il parco bus investendo su veicoli ad alimentazione ecosostenibile, stiamo lavorando all'adozione
del bilancio di sostenibilità, primo esempio nelle Marche nel settore dei trasporti pubblici, e alla riprogettazione di un'area verde strategica per Fermo e Porto San Giorgio e che, opportunamente gestita, potrà rappresentare uno straordinario spazio di rigenerazione fisica e spirituale e compensare, almeno in parte, l'emissione di Co2».
Il bosco ritrovato è il luogo ideale per passeggiate, picnic, attività fisiche e meditative, ma anche per laboratori scolastici, piccole escursioni e percorsi avventura. «Pensiamo anche al “forest bathing” – prosegue Alessandrini – che sintetizza il rapporto che dovremmo avere con la natura. Quel che ci proponiamo con il bosco di Monte Cacciù è di farne un esempio di buona gestione, offrendo la possibilità di poterne fruire in modo sano, intelligente e responsabile».
Per parlarne, venerdì pomeriggio, si ritroveranno i vertici della Steat, Carlo Francalancia, già professore di botanica dell’Università di Camerino, e l’agronomo Lorenzo Granchelli. Ci saranno anche il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, la presidente della provincia, Moira Canigola, ed esponenti regionali.
Francesca Pasquali