di Raffaele Vitali
FERMO – “C’è troppo silenzio e invece i problemi sono enormi”. Una mozione che vuole accendere un faro sul settore calzaturiero in Parlamento. Francesco Verducci, senatore, ha coinvolto i vertici del partito di tre province: “Un tema decisivo per il sud delle Marche. Il rilancio di questo distretto è fondamentale per tutte le Marche”.
La mozione è stata depositata ieri a sostegno del settore, Verducci è il primo firmatario: “Ha una grande urgenza e noi dobbiamo far sì che questa vertenza marchigiana diventi una vertenza nazionale. È la seconda volta che accade, dopo aver ottenuto il riconoscimento dell’area di crisi complessa al termine di un percorso iniziato a Montegranaro nel 2017”. Ci fu un gioco di squadra, a ogni livello, per far diventare il caso calzaturiero del sud delle Marche una sfida italiana.
Tante le crisi che hanno interessto questo settore, prima il 2009, poi il 2015 post prima sanzioni, la pandemia, che ha fatto perdere al comparto un terzo della produzione, e ora la guerra “che ha bloccato la ripresa del secondo semestre 2021”.
Quello che il Pd chiede sono misure non ‘una tantum’ visto che la crisi russa aggrava questioni che hanno radici lontane. “Servono misure strutturali. E due son i filoni di intervento: la prima è la protezione delle imprese e del lavoro; la seconda è il fatto che le sanzioni colpiscono maggiormente alcuni settori, come questo, per cui servono ristori per l’intero importo dei mancati introiti, il mantenimento della liquidità”.
Il riconoscimento della decontribuzione per tutta l’area di crisi complessa, “per cui abbiamo depositato numerosi emendamenti”, sarebbe il miglior inizio. A questo si aggiunge la Zes: “Ma la vera urgenza è la decontribuzione, visto che la Zes è uno strumento legato allo sviluppo”. L’ultima richiesta è di un fondo pluriennale che dia certezze agli imprenditori a livello di internazionalizzazione e innovazione, “ma il settore già lo fa”, per dare una vera visione strategica.
“La Regione Marche può fare di più ai tavoli che contano. Qui non si gioca il futuro di un pezzo della regione Marche, ma di tutte le Marche” chiosa Verducci che si è confrontato a lungo con le associazioni di categoria e i sindacati per preparare la mozione.
Il ruolo della politica diventa decisivo. I ministri o i vice arrivano, ma chi guida la strategia? “La mozione fa sì che le varie linee di intervento dei diversi ministeri, dallo Sviluppo economico alla Coesione sociale dal Lavoro del ministro Orlando che arriverà presto in zona all’Economia, facciano parte di un intervento sistemico, crea un coordinamento di interventi per un pacchetto di misure ad hoc per il calzaturiero. Questo accadrà con il coinvolgimento del Parlamento”. Basta con la logica del ‘parlo io con quello perché è del mio partito’, tutti devono occuparsi di tutto.
Moira Canigola è sindaca di Monte Urano, un tempo tra le città più calzaturiere della provincia: “Vedere chiudere fabbriche non è mai piacevole. Gli imprenditori dicono ‘resistiamo’ ma solo per qualche altro mese, a meno che non cambia il quadro economico, dai prezzi alla guerra. Se chiudono tutti, che tessuto sociale avremo, cosa racconteremo alle nuove generazioni? Noi dobbiamo mettere freni a questa crisi. Non dobbiamo lasciare nulla di intentato e muoverci insieme con tutte le forze politiche, come sempre fatto con il tavolo per lo Sviluppo”. Tavolo guidato dalla Provincia che deve tornare attivo, lo dicono tutti. “In modalità online lo avevo fatto lavorare anche durante il lockdown per ragionare sulle necessità” precisa la Canigola.
Aggiunge Andrea Gentili, sindaco di Monte San Giusto: “Un terzo delle scarpe vendute in Russia nascono nel nostro distretto. E poi tuti devono capire che le tre province del sud occupano tre quarti della regione. Quindi, se saltiamo noi, salta tutto. Serve benzina nel motore delle imprese, altrimenti non arriveremo al prossimo Micam e a internazionalizzare. Ci sono imprese con 5mila borse o 7mila paia di scarpe in magazzino. Le Marche sono piccole, se non arriviamo al Governo, difficile far capire le difficoltà. Non bastano 15 milioni dalla Regione Marche, il rischio crisi sociale è davvero vicina”.
Il rischio è anche di perdere i brand che ci stanno scegliendo: “Il nostro artigiano è più bravo, ma deve resistere il distretto che deve essere sempre più attrattivo. Dopo il Micam è calato il silenzio, troppo. Oggi ridiamo attenzione al Governo”.
Il segretario del Pd Francesco Ameli è arrivato da Ascoli Piceno, che ha da poco una nuova sezione Moda dentro Confindustria dopo la divisione da Fermo: “Ci muoviamo come unica forza. La decontribuzione è fondamentale, ma non solo per favorire le nuove imprese, ma la sopravvivenza dell’attuale. L’artigianato deve resistere”.
Crede nella Zes il segretario Dem, ma bisogna decidere al meglio il suo piano di insediamento. Infine il segretario provinciale fermano, Luca Piermartiri, che rivendica “la vicinanza al territorio del Pd”.