FERMO – Esiste un mondo parallelo al procedimento, più semplicemente al processo. È la mediazione. Un mondo fatto di professionisti, in primis avvocati, formati e pronti a dirimere contenziosi senza arrivare davanti al giudice, senza i lunghi tempi della giustizia.
A ribadire la funzione fondamentale è Francesco Palma, che guida l’organismo di conciliazione del tribunale di Fermo. “Stiamo crescendo, siamo di più e meglio formati, visto che l’investimento che viene fatto proprio per far sì che il mediatore sia davvero pronto a trovare le soluzioni necessarie”.
Sono oltre 200 le mediazioni che oggi vanno a compimento a Fermo, dove sono una 60ina gli iscritti all’organismo di mediazione, di cui 33 operanti. “Sono per lo più legate ai temi obbligatori, dai condomini alle questioni bancarie fino alle divisioni immobiliari ed ereditarie”. Quello che gli avvocati vorrebbero è che crescesse anche l’aspetto legato agli incidenti d’auto, “ma c’è da vincere la ritrosia delle assicurazioni. Invece ci sarebbe molto spazio. Come sarebbe importante ampliarle nei casi di appalti, magari dopo la fase delle perizie”.
La sfida per il futuro è duplice. La prima è intercettare anche i procedimenti avviati. “Dobbiamo creare un protocollo, andare in mediazione delegata. Significa intervenire dopo che il giudice ha avviato l’istruttoria. Se ci sono le possibilità, a Bologna già lo fanno, bisogna poter tornare in mediazione dove il verbale finale vale come una sentenza. Apriremo questo tavolo con tutte le parti del processo, a cominciare dai giudici, spero entro fine anno” prosegue la Palma, affiancata da Filippo Ventola, che è responsabile per Fermo dell’Unione nazionale avvocati mediatori.
La seconda è la creazione di una camera arbitrale forense. “L’avvocato ha nel suo Dna la consulenza preventiva, ha come obiettivo la soluzione della controversia prima del procedimento. Per cui, se si trova consenso interno, la camera arbitrale sarebbe un’importante risorsa per il tribunale di Fermo”. Qui bisogna convincere gli avvocati, visto che l’arbitro è un avvocato, normalmente del foro. Una forma di giustizia ‘privata’ che potrebbe essere più costosa, visto che l’arbitro lo paghi, ma soprattutto è estremamente legata alla fiducia che si ha nell’arbitro, spesso minata da motivi personali. E questo è uno dei motivi per cui le camere arbitrali al momento funzionano solo nelle grandi città. Una soluzione potrebbe essere un accordo regionale tra i fori, in modo che si incrocino gli arbitri, con il pesarese a Fermo, l’ascolano ad Ancona e via dicendo.
Sfide che Palma, Ventola e Chiodini, presidente dell’Ordine, non temono: “Non va mai dimenticato Il mediatore è un soggetto terzo che aiuta le parti a mettersi d’accordo. Facciamolo capire e continuiamo a formarci”.
Raffaele Vitali