di Raffaele Vitali
FERMO – Quanta voglia nella tiepida serata fermana. I gialloblù di mister Riolfo hanno caldo. Li ha caricati per bene l’allenatore, che infatti da bordo campo in maniche corte non si ferma mai. E con lui i tifosi, che incitano, come ai vecchi tempi, dalla tribuna laterale.
Voglia di calcio, voglia di punti, voglia di rivedere quantomeno quella Fermana che da sempre fa impazzire i tifosi: grinta, corsa, sudore, impegno. Quello che poi chiede il patron Maurizio Vecchiola. Torna in tribuna, insieme al fido direttore generale Fabio Massimo Conti. Non sceglie la tribuna centrale, preferisce guardarla insieme ai gialloblù che Riolfo ha lasciato in tribuna, per infortunio o scelta tecnica. Un messaggio chiaro anche a chi teme un suo disimpegno, mister Finproject, oggi Eni, c'è e ci sarà.
Con lui e Conti anche Luca Cremona. Si muovono, camminano lungo la balaustra, non riescono a sedersi, la nuova erba del Recchioni vorrebbero calcarla anche loro. La mano di Vecchiola si appoggia sulla spalla di Conti, la fiducia è massima. Il momento difficile si supera insieme. Vale per la dirigenza, vale per chi scende in campo.
E servendo grinta, non stupisce che tra i pali torni, di nuovo, Ginestra come che in attacco sia confermato Cognigni, nonostante i 90 minuti giocati due giorni prima. Riolfo è indomabile nel primo tempo, in mano ha un foglietto pieno di appunti, la voce calda raggiunge i suoi giocatori, il più richiamato è Capece, deve dare ordine e illuminare, altrimenti diventa difficile avvicinarsi ai pali.
L’urlo della tribuna per il gol, anzi autogol di Vrdoljal, al 30’ dura tre secondi, quelli necessari all’arbitro Diop per annullarlo. Ha visto un tocco con la mano di Blondett, difficile da capire anche nei replay degli schermi in tribuna stampa. Ma è lui che decide e quindi si riparte. Ma la delusione dura poco, un minuto. Quello necessario a Mbaye per prendere il tempo sul calcio d’angolo e con un colpo di testa implacabile bucare la rete.
Vecchiola riprende la sua camminata e applaude. I dirigenti urlano e incitano i giocatori, Riolfo li rispedisce in campo dopo l’abbraccio. Fermana in vantaggio, sembra incredibile soprattutto perché continua ad attaccare. Vorrebbe il raddoppio e quando a due minuti dalla fine del primo tempo Cognigni prova la rovesciata, colpendo la palla alla perfezione, tutto sembra possibile.” Vi vogliamo così” urlano i tifosi. Che accompagnano i giocatori nello spogliatoio con un chiaro messaggio: “Noi vogliamo questa vittoria”.
E pure i giocatori la vogliono. Pressava a inizio partita, pressa dopo il tè caldo. I piedi a questa squadra non mancano. Lovaglio ha 19 anni ma tanta personalità, Frediani pennella soprattutto da fermo. E proprio dalla sua punizione lo schema riesce alla perfezione e Luca Cognigni non può che metterla dentro, anticipando portiere e difensore. Mancava a tutti la corsa sotto i tifosi. Mancava ai giocatori, mancava agli ultras che nonostante l’inizio di campionato difficile non hanno smesso di incitare i gialloblù, anche in settimana sui social.
Partite come questa ripagano di tante delusioni e soprattutto fanno capire che le scelte estive non sono poi state così sbagliate. Lo sa bene Vecchiola, che non cambia posizione e rinuncia al suo seggiolino in tribuna centrale anche nella ripresa, si stacca solo un po’ da Conti che gioca una sua partita personale tra urla di incitamento e proteste mirate. Ma l’arbitro questa volta è impeccabile. E non perché la Fermana sta vincendo, ma perché è sempre vicino e non si fa ingannare dai tanti tuffatori, che si trovano da una parte e dall’altra.
Riolfo anche dopo il raddoppio non perde l’aplomb, resta in maniche corte. Un segno ai suoi, non ci si rilassa. Di certo non perde la concertazione Ginestra. Cremona in tribuna è scatenato e il suo spirito, in stile Ghost, entra dentro Mbaye che non si ferma più. La girandola di cambi serve per far incassare applausi ai giocatori e rompere il ritmo al Grosseto. Anche questa è capacità di lettura del match. Riolfo è ormai afono, ma se non arrivano le sue di parole ci sono quelle della tribuna.
La partita si è aperta con la squadra stretta in un lungo abbraccio prima del fischio d’inizio, termina con il gruppo sotto la tribuna a prendersi gli applausi mentre il patron lascia la tribuna. Forse il campionato della Fermana è davvero iniziato.
@raffaelevitali