di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – L’importante è sapersi rialzare. E Luca di Battista, seconda generazione del calzaturificio Fontana di Montegranaro, lo ha fatto ridando linfa all’azienda fondata dal padre nel 1979.
Calzaturificio conosciuto per le collezioni da uomo, “ma da qualche anno abbiamo inserito anche la donna, che piace sempre più”. Per lui è un ritorno al Micam, dopo anni. “Il padiglione 4 era pieno, per cui siamo al 7. Ma la nostra fascia è quella media che guarda un po’ più su” chiarisce.
Di Battista, il Micam cosa significa per un’azienda come la sua?
“Noi siamo degli artigiani, oggi contiamo su otto dipendenti, qualche anno fa eravamo 25. Diciamo che la pandemia ci ha fatto male. Ma ci siamo ristrutturati e siamo ripartiti bene”.
La fiera è importante?
“Fino al 2019 non siamo mai mancati. Poi ci siamo fermati, era cambiato il modo di lavorare, incontri tutti in showroom. Ma ora era il momento giusto, anche perché l’estivo è il nostro prodotto principale, vale il 70% del fatturato”.
Come mai il padiglione 7?
“Ci siamo mossi tardi, ma devo dire anche alla fine essere gli unici di fascia più alta ci favorisce. Non ricordo un inizio così buono al Micam”.
Dove producete?
“A Montegranaro, a parte il taglio e orlatura che mandiamo fuori. All’interno i prototipi. Stiamo cambiando fabbrica, dopo che abbiamo venduto la nostra storica. Presto saremo nei novi spazi vicino al cimitero di Montegranaro, abbiamo rigenerato uno spazio”.
I mercati?
“L’Italia vale buona parte del fatturato. Ma ci stiamo proponendo con fiducia all’estero, dai Paesi Arabi all’East Europa, Russia e Ucraina incluse. Per cui posso dire che sono molto ottimista”.
Emirati Arabi?
“Per noi pesa di più l’Arabia Saudita. E questo perché negli anni abbiamo coltivato bene un cliente conosciuto proprio al Micam. Abbiamo in azienda un paio di distributori che lavorano per noi, vendendo il nostro marchio o facendoci produrre per brand locali arabi”.
Si riesce a fare tutto in Italia?
“Noi ci teniamo al made in Italy, più difficile il Marche. Per questo parte della produzione la facciamo in altre regioni, dove ci sono condizioni più favorevoli. Su aziende piccole come la mia, il costo del dipendente è determinante”.
Quali sono i suoi marchi?
“Fontana e Jackal Milano che abbiamo acquistato da Sabbioni. A questo marchio è legato anche un progetto di sviluppo per il 2024, avendo da poco rilevato anche la linea dell’abbigliamento. Per cui ora siamo in cerca di un partner qualificato”.
Chi è il vostro cliente tipo?
“L’uomo tra i 40 e 50 anni. La donna ancora vale una piccola parte, ma ogni stagione ci dà qualcosina in più”.
Canali di vendita?
“Negozi multi brand di buona fascia”.
Di Battista, pronto a tornare al Micam anche a febbraio?
“Senza dubbio. È la nostra casa e sono certo che riprenderemo anche il nostro posto nei padiglioni giusti. Siamo piccoli, 2 milioni di fatturato, ma con una storia e un piano di sviluppo chiaro”.