FERMO - Il ministro alle Imprese, Adolfo Urso, non è voluto mancare. Nelle Marche si parla di sviluppo del territorio e lo si fa presentando i due maxi progetti, frutto dei Contratti di viluppo per grandi investimenti del programma NextAppennino.
Due grandi imprese, Ariston e Lube, che investono in totale 150milioni di euro, di questi solo 25 sono di contributi, il resto è volontà di fare. “Siamo grati a queste due aziende per il lavoro quotidiano e i loro investimenti. Segno di una volontà di credere nelle Marche e nella strategia che noi abbiamo come politica. Noi crediamo che la nostra regione possa tornare a essere protagonista, siamo una regione in transizione ma abbiamo strumenti e player per tornare a essere trainanti a livello italiano” introduce il presidente della Regione, Francesco Acquaroli.
RICOSTRUZIONE ECONOMICA
Per Guido Castelli, commissario alla ricostruzione, è davvero un giorno di festa: “Mentre ricostruiamo le case, pensiamo allo sviluppo sociale ed economico dei territori. Da questo punto di vista abbiamo messo in campo risorse importanti, 615 milioni tra cratere 1009e 2016. La nostra è una zona affaticata ma di importanza nazionale. Se riprende a correre il centro, tutta l’Italia avrà vantaggi. Abbiamo messo in campo risorse per 627 progetti con NextAppenino. Abbiamo riconosciuto agevolazioni per più di 200milioni e immaginiamo un investimento che avrà ricadute per 430 milioni nelle sole Marche”.
In questo contesto rientrano i due maxi piani. “Si conferma la capacità di produrre ricchezza e la grande potenzialità, nonostante le grandi difficoltà che continuiamo a incontrare. Questo è anche un percorso di reshoring, inteso come investimento e lavoro nel territorio”.
QUI ARISTON
Ma cosa faranno Ariston e Lube. Nel dettaglio entrano i capitani d’azienda. Per primo Paolo Merloni che con Arison investe 100milioni di euro a fronte di 16 di contributo. “Mio nonno mi ha insegnato che il progresso economico va sempre abbinato all’impegno sociale sul territorio. In Europa, gli edifici sono responsabili del consumo di un terzo dell’energia globale, il 60% è dovuto a riscaldamento e climatizzazione, il 15% acqua calda. Quindi il nostro settore – spiega Merloni – è responsabile quanto i trasporti”. Da qui un impegno a rendere quanto prodotto sempre più efficiente e green: caldaie a idrogeno, solare termico e pompe di calore oltre che ventilazione domestica che sta crescendo.
“Abbiamo 3miliardi di fatturato (200 milioni di utile netto), 10mila dipendenti. Negli anni abbiamo continuato a investire, siamo presenti in 43 Paesi in cinque continenti” prosegue il numero uno prima di lasciare la parola al suo ingegnere che presenta la strategia di investimenti. Che partono da 28 siti, 11 nelle Marche, 10milioni di pezzi prodotti ogni anno, 11mila fornitori, 40mila bilici, 40 magazzini nel mondo.
L’Italia vale il 50% dei volumi prodotti. “Ora noi vogliamo portare innovazione dal processo al prodotto. Dobbiamo aumentare la capacità produttiva a livello rinnovabile ed efficiente. Vogliamo digitalizzare anche i processi con una supplychain digitale e un focus particolare su efficienza, energia verde e circolarità. Con l’investimento da 100milioni, Ariston si dà obiettivi chiari: il primo è ridurre entro il 20230 del 42% delle emissioni generate rispetto al 2021; 50% di riduzione di emissioni di gas serra generate dall’uso; riduzione di 100milioni di tonnellate di Co2. Per raggiungere tutto questo.
QUI LUBE
Per la Lube invece il percorso è diverso e prevede, con 50milioni di investimento, la creazione di un nuovo stabilimento, sempre a Treia. “Abbiamo – racconta Giulianelli - 600 negozi Lube Creo nel mondo. Settecento dipendenti, che diventano 2500 perché i nostri dipendenti nel mondo diventano imprenditori a tutti gli effetti. Una rivoluzione, inauguriamo tra gli 80-90 negozi l’anno”.
Quello che si farà dentro il nuovo stabilimento è semplice: “Siamo i primi produttori in Italia di cucine, siamo arbitri del nostro destino. L’estero vuole un prodotto un po’ diverso, oggi con questa opportunità ci proviamo, finalmente sentiamo la vicinanza del Governo, della politica che ci permette non solo di camminare, ma di correre. Un’occasione straordinaria. Siamo pronti a fare questa nuova impresa. Il nostro fatturato è solo al 9-10% all’estero. Potenziale di crescita enorme. Ora ce l’abbiamo la possibilità”.
Che significa “una struttura produttiva pensata per il mercato estero, dove vogliono misure personalizzate, diverso imballo e servizio. Potremo porre maggiore attenzione alle esigenze, senza pregiudicare il flusso dell’attuale produzione. Una superficie di 30milaa metri quadri iper tecnologica in cui inseriremo 60 nuovi dipendenti. Entro il 31 dicembre 2205 completeremo l’investimento di 45 milioni, di cui 27 per nuovi macchinari”.
IL MINISTRO C’E’
Ha ascoltato a lungo il ministro e soddisfatto, nel giorno del suo compleanno, tira le conclusioni: “Noi crediamo nella politica che costruisce il futuro. E qui abbiamo due progetti che dimostrano come bene si impiegano lee risorse pubbliche, progetti di immediato impatto sullo sviluppo. Che consentiranno allo Stato di ripagare i debiti che abbiamo nel frattempo acceso. In Italia investimenti cresciuti più che in Francia, Germania e Grand Bretagna. Stiamo recuperando a velocità inattesa e imprevista. E poi la Borsa di Milano è cresciuta più di qualunque borsa europea. Gli investitori internazionali vedono nell’Italia il paese ideale in cui investire per l’ecosistema che garantisce la coesione sociale”.
Raffaele Vitali