FERMO – La scelta del presidente della regione Marche Francesco Acquaroli è semplice: scuole superiori chiuse da sabato al 6 marzo, in ogni provincia. Lo ha anticipato l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, durante la riunione con l’Anci e l’ufficio scolastico regionale. Da sabato fino al 6 marzo si resta a casa, con pc e tablet in mano per seguire le lezioni.
L'ordinanza, che verrà firmata domani, prevede anche lo stop alle lezioni in presenza anche per i ragazzi delle classi seconde e terze medie delle province di Ancona e Macerata. A preoccupare è la crescita dei casi tra i giovani.
Questi i numeri forniti dall’Usr. Sono 333 le classi delle scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie, attualmente poste in quarantena dall’autorità sanitaria in tutta la regione Marche: il 3,19% delle10.492 sezioni e classi censite, dalla scuola dell’infanzia alle secondarie di secondo grado.
Confermato durante l’incontro l’inizio della vaccinazione del personale dal primo marzo con il vaccino AstraZeneca “che – spiega l’Ufficio scolastico - riguarderanno tutte le figure professionali della scuola senza limiti né di età né di residenza”.
La decisione ha fatto infuriare l’onorevole pesarese Alessia Morani: “L'amministrazione regionale delle Marche rifiuta di effettuare i tamponi agli studenti ma decide di applicare la didattica a distanza per le scuole superiori al 100% per la prima settimana di marzo. Una scelta irragionevole e irresponsabile con cui la giunta di destra colpisce i nostri ragazzi". Il Governo, durante l’ultimo incontro pomeridiano, aveva frenato sulle chiusure. “È difficile parlare di chiusure degli istituti da una parte e di riaperture di attività commerciali dall'altra” hanno ribadito i ministri Gelmini e Speranza.
I DATI
Fra le regioni, il maggiore incremento dei casi si registra in Lombardia, con 4.243; seguono Campania (2.385), Emilia Romagna (2.090), Piemonte (1.454), Toscana (1.374), Veneto (1.374), Lazio (1.256) e Puglia (1.154). Secondo l'analisi dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) in una settimana sono aumentate da sei a otto le regioni che superano la soglia critica del 30% dei posti letto in terapia intensiva.
Sono Umbria (57%), Abruzzo (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (33%), Marche (36%), Molise (36%) e le province autonome di Bolzano e Trento, rispettivamente con il 35% e il 39%. In questo momento dell'epidemia l'attenzione degli esperti si concentra comunque soprattutto sulle province.
Fra queste, dieci stanno trainando la crescita dell'indice di contagio Rt, secondo l'analisi di Battiston, basata sui dati della Protezione Civile e che ha risultati simili a quelli di Istituto Superiore di Sanità e Fondazione Bruno Kessler, basati su un flusso di dati più dettagliati ma non disponibili al pubblico. «Una crescita dell'indice Rt di 0.11 in quattro giorni è anomala», ha osservato Battiston, ed è stata trainata dalle province di Pescara, Chieti, Salerno, Imperia, Brescia, Ancona, Campobasso, Trento, Pistoia, Siena e Perugia.
«È una situazione molto critica e deve essere attentamente monitorata», ha aggiunto. I dati «ci fanno capire dove sono le situazioni in cui l'epidemia è in rapida crescita» e indicano che «è assolutamente necessario seguire tempestivamente una logica di interventi localizzati per lo più a livello di province».