di Francesca Pasquali
FERMO - Ambienti rinnovati e più sicuri per i 45 convittori del “Montani”. Sono stati consegnati questa mattina i lavori finanziati dalla Provincia per 500mila euro, coordinati dall'ingegnera Lucia Evandri, che hanno riguardato la sostituzione di una parte del tetto in legno con assi in acciaio, il rifacimento dell'impianto elettrico e idrico e il miglioramento degli alloggi dove vivono i ragazzi.
500 metri quadrati, su due piani, inagibili da maggio 2018, dopo i controlli successivi al crollo di una parte del tetto dei triennio. Parla di «realtà affascinante», la preside Stefania Scatasta riferendosi al convitto, e di «esperienza umana che vede i ragazzi crescere insieme».
I lavori al convitto fanno parte di un complesso piano di recupero e miglioramento dei plessi dell'Iti. Che valgono, nel complesso, 17 milioni, più della metà dei fondi fatti convergere dalla Provincia sull'edilizia scolastica, che ammontano a 33 milioni.
«Ci stiamo impegnando tantissimo. Da subito dopo il terremoto, abbiamo lavorato per cercare i finanziamenti. Tra qualche anno riusciremo a dare a tutte le strutture scolastiche un'ottima condizione», assicura la presidente della Provincia Moira Canigola.
A fare il punto sui lavori, è Sandro Vallasciani. «Ci abbiamo messo un po’ di tempo per ricercare i fondi, ma il lavoro svolto è sotto gli occhi di tutti», dice. 1,3 milioni la somma stanziata per rifare il tetto del triennio, i cui lavori partiranno a ottobre. Per il convitto ci sono altri cinque milioni per il miglioramento sismico, che è in fase di progettazione. 4,8 milioni andranno al corpo storico del “Montani”, 2,4 per all'Elettronica. Sono, invece, in corso i lavori, per 600mila euro, per il miglioramento sismico della Meccanica.
Coi lavori in corso in più plessi, il “Montani” si prepara a tornare in aula sparpagliato. «Ci sono mancate tantissimo la voce degli studenti e la loro allegria», spiega Scatasta. Che, assieme al Comitato tecnico scientifico della scuola, ha riorganizzato le 75 classi. Non cambia niente all'Agraria di Montegiorgio, che riparte con le cinque classi.
Al polo scolastico di via Lussu andranno il triennio di Telecomunicazioni, il 3° di Digital strategist e il 4° e 5° di Informatica. Al Liceo artistico il 3° A e B di Informatica e il 4° e 5° A di Elettronica. Ai nuovi laboratori inaugurati ieri il 4° e 5° B e il 5° C di Informatica e il 4° e 5° di Digital strategist. Tredici primi e dodici secondi saranno divisi tra biennio ed Elettronica. I due plessi ospiteranno anche i trienni di Elettronica e di Automazione, 3° e 5° di Energia e 3° e 4° A, 4° B e 4° C di Meccanica. Nel plesso di Chimica starà il 5° A.
Al convitto il triennio A e B dell'indirizzo Biologico-sanitario, i terzi A e B di Chimica e i quinti A e B di Meccanica. Questi ultimi a ottobre torneranno a Meccanica, dopo la fine dei lavori. Al Museo “Miti”, dove è stato trasferito il simulatore navale, andranno i trienni di Logistica e trasporti: Conduzione del mezzo aereo e Conduzione del mezzo navale. La presenza degli studenti – assicura Scatasta – sarà concentrata nella sala “Olivetti” e non interferirà con la fruizione del museo.
Nell'anno che sta per cominciare, grande spazio sarà dato ai laboratori. I ragazzi potranno contare anche sui 150 computer comprati l'anno scorso dalla scuola per la didattica a distanza. Riconsegnati, adesso potranno essere usati in classe. «Punteremo molto sul recupero. Abbiamo oltre 100mila euro per la valorizzazione delle nostre eccellenze e per sviluppare competenze laboratoriali» aggiunge il prof. Daniele Trasatti. Plaude all'idea il presidente degli allievi del “Montani”. «I laboratori sono la nostra forza», chiosa Carlo Labbrozzi. E anche dell'Its, che ha nel Montani una spalla fedele: "Chi ci sceglie nel 98% dei casi trova lavoro" conclude Andrea Santori, presidente della Fondazione ai primi posti in Italia.