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La Provincia fa gola a tutti. Per almeno tre motivi

7 Settembre 2024

*Cosa rende improvvisamente l’elezione provinciale tanto stimolante da motivare una decina di riunioni solo nelle ultime due settimane tra i principali politici del Fermano?

Si vota per il consiglio, non per il presindete, visto che Michele Ortenzi per altri due anni è saldo al suo posto. Si vota per posti politici, non remunerati e dal potere decisionale praticamente nullo, sempre in attesa che il Governo ridia al popolo il potere elettivo, oggi votano sindaci e consiglieri comunali, e all’ente le risorse per vivere degnamente.

Il ritorno è, dal punto di vista pubblico, prettamente mediatico. Sempre che si abbia la capacitò di ‘usare’ al meglio il ruolo, dedicandoci tempo e quindi meritando la valorizzazione. Due esempi da seguire negli ultimi anni sono stati Stefano Pompozzi, prima, e Pisana Liberati oggi.

C’è poi il lato amministrativo, essere consigliere apre le porte di un ente che i cittadini ‘snobbano’ ma che ha funzioni cardine: gli edifici scolastici, le strade, i rifiuti, lo sviluppo urbanistico, le stazioni appaltanti, la rete scolastica, ovvero la possibilità di implementare o tagliare i corsi negli istituti superiori. Poter stare lì dentro, conta eccome. Lo sanno bene i sindaci che sponsorizzano i lori ‘candidati’, sempre che non si mettano in gioco loro stessi, vedi Calcinaro e Ubaldi.

Infine, il tema politico. Che è quello che oggi accende la discussione. Contarsi in Italia è sempre utile. E siccome si vota ogni sei mesi, le occasioni non mancano. Chi comanda in Provincia? Di certo il centrodestra, ma al suo interno? Con Calcinaro che fa il civico, nella squadra costruita da Putzu, Marcozzi e Lucentini, ci sono dei nomi nuovi che brilleranno grazie ai ‘padrini’, da Ferracuti a Vagnozzi passando per uno tra D’Angelo e Bonifazi, e poi conferme importanti, vedi Liberati e Ubaldi, in attesa di capire quanti voti prenderà l’elpidiense Marcotulli.

Per il centrosinistra la prova è solo politica, soprattutto nel capoluogo, con il blitz che porterà Bagalini, oggi in maggioranza con Calcinaro, Torresi e Bargoni, a rappresentare chi tra poco più di un anno sfiderà il delfino di Calcinaro. E con lui uno dei delfini di Perugini a Montegranaro, si vedrà se Strappa o Croce, che potranno crescere dal punto di vista amminsitrativo.

Insomma, questa piccola provincia, senza soldi e solo mediaticamente senza potere, pesa eccome, sulla vita dei cittadini e soprattutto sul futuro dei partiti.

*direttore www.laprovinciadifermo.com

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