MONTEFORTINO – UN lungo comunicato stampa da parte dell’arcivescovo Rocco Pennacchio che vuole dire una cosa chiara: nessuno ha dimenticato padre Pietro Lavini, scomparso il 9 agosto del 2015, e il suo incredibile lavoro che ha portato alla costruzione dell’eremo di san Leonardo.
“E quello che dico – precisa – l‘ho condiviso con il Monastero delle Monache Benedettine di Santa Vittoria in Matenano, proprietario del bene” precisa chiarendo la situazione della chiesa chiusa ormai da anni.
“Il monastero è stato danneggiato dal terremoto del 2016, in modo particolare nelle strutture portanti del loggiato e nella parete dell'abside rivolta a picco sulla Gola dell'Infernaccio e per questo è stato dichiarato inagibile con ordinanza 340/2017”.
La prima mossa fu la messa in sicurezza nel 2018, grazie a fondi della Protezione civile. Un lavoro da 80milaa euro, via elicottero, affidato a una ditta locale, quella di Nello Alessandrini.
È vero che poi è arrivata l’ordinanza 76/2018 che ha revocato la temporanea interdizione per la sola porzione ovest sia del loggiato che della chiesa “ma è evidente che l’intero complesso presenta criticità per una ordinaria fruibilità” precisa il vescovo.
“La scelta, perciò, di delimitare lo spazio antistante la chiesa con una recinzione si è resa necessaria per ragioni di sicurezza; il pericolo che, per qualsivoglia ragione, qualcuno potesse liberamente accedere al luogo in presenza di impalcature, in un edificio che è a tutti gli effetti inagibile, in spazi non adeguatamente in sicurezza, è stato ritenuto dalla proprietà tale da essere adeguatamente contenuto. Le responsabilità che ne derivano sono enormi ed è bene rispettare scelte a maggior tutela della collettività tutta” ribadisce.
Nel mentre si è messo in cerca di fondi, provando a inserirlo tra le chiese prioritarie, ma le radicali trasformazioni che nel tempo sono state apportate e non ultima la riedificazione pressoché totale ad opera di Padre Pietro, hanno reso impossibile il percorso legato alla storicità.
“Si è preferito pertanto avviare l’iter previsto per la ricostruzione privata che, grazie anche alla collaborazione concreta del Sindaco di Montefortino Domenico Ciaffaroni, e ad un fattivo confronto con i Commissari straordinari susseguitisi negli anni ed oggi con l’Avv. Guido Castelli, dovrebbe culminare con l’emanazione di una ordinanza specifica relativa all’intervento, una volta definito il progetto” aggiunge Pennacchio.
E ora? La risposta all’ingegnere Conti che segue il progetto di miglioramento sismico: “Le lesioni create dal sisma sulle facciate denotano l’innesco di cinematismi delle murature che in alcuni punti sono prossimi al crollo se non fosse intervenuta rapidamente la messa in sicurezza mediante il confinamento delle spinte come ad esempio quella della copertura del portico e le importanti lesioni della parte absidale. Importanti dissesti si notano anche all’interno della struttura al piano terra dove la pavimentazione in cls è letteralmente tagliata. L’intervento che si sta progettando prevede interventi di consolidamento diffuso sulle murature, fondazioni, copertura, abside, solai, nonché la sistemazione del bagno esterno”.
Per definire al meglio il percorso di recupero, sono stati effettuati novi sondaggi: “Il rilievo geo-meccanico delle rocce affioranti, ha messo in luce gli effetti del sovrascorrimento legato all’orogenesi dei Monti Sibillini. Questa genesi ha deformato le rocce formando pieghe e faglie, il cui studio andrà debitamente analizzato per garantire la sicurezza del sito”.
Il progetto in fase di definizione sarà inviato all’Ufficio ricostruzione entro l’anno, pi, no appena ottenuto il finanziamento, partiranno i lavori. “Ma non c’è una data al momento”.
Serve quindi pazienza, ma ora c’è la certezza che la volontà di recupero è reale: “Restituiremo uno spazio fruibile dai fedeli e dai numerosi visitatori che spesso anche con fatica si incamminano nei sentieri dei Sibillini per raggiungere un luogo tra cielo e terra che ritempra lo spirito e il cuore” conclude l’arcivescovo Pennacchio.