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La prima della Turandot è una meraviglia. Sul palco dell'Aquila il rosso, in platea cravatte e collane

11 Novembre 2019

di Raffaele Vitali

FERMO – “Una fabbrica di emozioni”. Igor Giostra, presidente della Fondazione Rete Lirica, in quattro parole racchiude la magia della prima della lirica, l’attesissima Turandot del maestro Pier Luigi Pizzi. È tutto un luccichio di scarpe e collane la rollina del teatro, fondamentale spazio per salvare il buffet che accoglie tutti nonostante la pioggia. “Ci tengo a questo – precisa il vicesindaco Francesco Trasatti, come sempre elegantissimo – Non è il galà dell’alta società, è l’abbraccio del teatro dell’Aquila al territorio. Ogni abbonato può prendere parte a questa festa, che non può mai mancare quando inizia una nuova stagione”.

Abiti neri, cravatte d’ordinanza, carabinieri in alta uniforme, pronti a salutare il comandante Marinucci al suo ingresso. Si stringono mani, si scambiano abbracci. “Questo deve essere il momento in cui cittadini, sponsor, rappresentanti delle istituzioni si ritrovano e possono parlare”. Business is business, anche a pochi minuti dalla prima di un’opera lirica.

Il sindaco è tornato a posta da San Miniato, dove era ospite per il gemellaggio tra Fermo e il comune toscano: “La cosa bella? La pioggia non ha fermato le persone, nessuno è voluto mancare”. Figuriamoci il primo cittadino che ha in Trasatti la spalla ideale: “Quando mi chiedono se vale la spesa, non esito: Il ritorno di immagine, di cultura, di arricchimento per il territorio è impagabile. E poi, la biglietteria è la riprova che abbiamo ragione”.

Il teatro dell’Aquila si conferma il motore di questo Fermano che ama la qualità. “Tutte queste persone sono il premio per chi lavora dietro un’opera. Oltre duecento persone, giovani cantanti, che selezioniamo anche nel territorio. Uno più bravo dell’altro, tanto che stiamo ormai varcando i confini dell’Italia” chiosa Giostra.

Il via vai è continuo. Arriva il prefetto, si accendono flash, entra il rettore Longhi e poi sfilano tanti sindaci tra i main sponsor, Carifermo, Vega e Giano. “MI ricordo qualche anno fa un sindaco che mi si avvicina e mi dice: ma quanti primi cittadini, ma davvero il teatro dell’Aquila è di tutti. Ecco, la prima dell’opera serve anche a questo, a ricordarcelo tutti”.

Finisce con questa stagione il mandato di Trasatti alla guida della cultura, ma se c’è uno che potrà dire di aver vinto è lui. “Il cartellone è ricco, ma è tutto il sistema che migliora. Abbiamo riverniciato le porte, rinfrescato i camerini, reso più sicuro il palco. Alcuni lavori non li vediamo noi, ma li sentono gli attori. Che poi vogliono tornare, vogliono allestire qui i loro spettacoli”. Fermo punto di riferimento e il teatro come motore economico: “Avere 80 persone ogni spettacolo significa portare gente in città, significa che le compagnie che vengono vino Fermo e i suoi lovali. Significa quello che non va mai dimenticato: con la cultura si mangia, eccome. Alla prima tutti insieme, ogni sera di spettacolo in tutta Fermo.

Il tempo è finito, si spengono le luci, ognuno prende il suo posto, cresce l’attesa, entra il direttore d’orchestra Pietro Rizzo, il primo applauso e poi la scenografia che abbraccia tutti con i suoi colori scintillanti che fanno della città imperiale la regina del palco. La Turandot di Pizzi dopo un minuto ha già convinto il teatro, dalla platea al gremito loggione.

@raffaelevitali

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