*Puntuale arrivano le allerte meteo, i comuni pensano di essere preparati, ma implacabili fango e polemiche diventano protagonisti.
I sindaci, tra i loro compiti, hanno anche quello di Protezione civile. Poi c’è quella Regionale che fa da raccordo, ma alla fine chi deve prendere le decisioni è il governo del territorio. È un’altra responsabilità che tocca ai primi cittadini. Che sono quelli che poi, in caso di problemi veri, si infilano gli impermeabili e vanno a seguire da vicino gli interventi di ripristino.
Non può quindi stupire la decisione dei sindaci di chiudere le scuole di fronte a un’allerta arancione. Viviamo il tempo dell’iper prevenzione quando si parla di natura, non avendo i mezzi, per interventi mai fatti e per evidenti carenze finanziarie.
Cambiare la pendenza del sistema fognario dei comuni costieri costa quando un pezzo di alta velocità. Vale la pena? Guardando le cantine e i piano terra allagati forse sì. Ma non solo, intervenire sulle colline, rinforzare le pareti di contenimento e via dicendo necessita di programmazione e di manutenzione costante. Che però costa. Troppo? Intanto si spendono decine di migliaia di euro per ripulire le strade dal fango.
E allora, scuole chiuse, almeno per qualche ora il traffico non si intasa, no si rischiano incidenti nelle prime ore del mattino quando ancora il caos della notte non è sotto controllo. E poi si evitano foto e video che mostrano sui social i secchi che raccolgono l’acqua dai tetti delle palestre e gli angoli delle scuole con le infiltrazioni.
Poi, tornato il sole, tutto ripartirà. Ma non per i sindaci che restano i responsabili delle scelte e delle ‘non’ azioni pur con tutte le giustificazioni. Piove quindi e pioverà ancora. Già è difficile abituarsi agli acquazzoni, figuriamoci alle chiusure preventive, per quanto necessarie, che impattano sulla vita di tutti, dalle famiglie ai lavoratori fino, ma forse soprattutto, ai ragazzi che sono i primi a pagare le mancanze degli adulti.
*direttore www.laprovinciadifermo.com