di Raffaele Vitali
FIRENZE/CASETTE D’ETE – La prima volta non si scorda mai. Del resto, che si metta una giacca, un pantalone comodo o un costume, la pantofola in casa non può mai mancare. Ma anche per stare comodo in barca o uscire in giardino e perché no, con il modello che ha la suola in cuoio, fare anche due passi. Ne è sempre stato convinto Andrea Marozzi, seconda generazione dell’azienda Mirial, e l’approdo al Pitti Uomo di Firenze lo conferma.
“Una fiera italiana in cui si incontra il mondo. Perfetta per un brand come Mirial, made in Italy, totalmente artigianale e di nicchia che ha radici solide nel passato ma guarda al futuro grazie alla capacità artigianale che rende ogni prodotto unico e inimitabile” spiega Marozzi.
È un entusiasta il giovane imprenditore. Sempre carico, si circonda di persone che portano messaggi positivi e sanno avvicinare i clienti, anche solo con un semplice ‘hi’ detto al momento giusto fuori dallo stand nel padiglione centrale.
“Aspettavamo da tempo di venire al Pitti, questo era l’anno giusto. È l’unica fiera a cui partecipiamo in Italia, il Micam non sarebbe adatto. E sappiamo già che ci torneremo”.
Marozzi ha preso il Pitti per il suo senso naturale: un luogo di relazioni. Poi le persone diventano clienti se si è bravi a convincerli che una visita Casette o in una delle boutique che servono vale la pena. Al salone più fashion dell’anno, che riempie Firenze di personaggi oltre che di buyer, Marozzi e Mirial ci arrivano forti di nuovi clienti e collaborazioni. Che vanno oltre le griffe con cui il calzaturificio specializzato in pantofole lavora.
“Collaboriamo con lo Yacht club di Montecarlo. Trecento paia l’ultimo anno, sono rimasti colpiti dalla nostra pantofolina da interno barca senza fondo, in pura pelle. Le vendiamo ala boutique dello yacht club”. E poi ci sono i mercati in crescita: “Siamo in Nigeria in una boutique di lusso in cui amano particolarmente i modelli esotici”.
Il che significa pelli di coccodrillo o struzzo. “Importante per il nostro business sono due sartorie in Giappone che vogliono sia la pantofola sia il modello mocassino che permette di uscire di casa”. Confermato è lo shop di Dubai, come i tanti negozi in Italia nelle location più prestigiose. “Ma il fatturato è quasi completamente legato all’estero”.
E non potrebbe essere diversamente visto che il prodotto completamente artigianale, realizzato dentro la fabbrica di Casette dove lavorano 34 dipendenti, ha un prezzo base di 300 euro, per arrivare al prodotto più esclusivo, totalmente in coccodrillo, che costa migliaia di euro.
“Quando in azienda abbiamo chiuso l’accordo con nuovi brand, avrei voluto assumere almeno sei persone. Ma è stato impossibile, ala fine ne ho trovate tre. E questo mentre si lotta per mantenere i dipendenti che abbiamo che sono tentati dalle grandi griffe che investono nel distretto. Per ora ce l’ho fatta, garantendo stipendi un po’ più alti e soprattutto quella flessibilità tipica di un’azienda che è come una famiglia. Dovesse venire meno il benefit della qualità della vita, di certo so che perderei” prosegue Marozzi.
In Mirial ci sono tanti giovani: “Ho dipendenti di 40 anni che però sono con noi da venti, hanno iniziato con mio padre e ora sono i nostri più fedeli dipendenti. Molti sono del paese, molti preferiscono la nostra tranquillità. Questo deve far comprendere a tutti noi artigiani che il clima aziendale è fondamentale, oggi altrimenti le opportunità non mancano” ribadisce Andrea Marozzi prima di tornare a parlare con due visitatori orientali colpiti dalla linea delle sue pantofole.