FERMO - Sono più di 16mila le aziende zootecniche marchigiane in crisi
a causa della pandemia. Attività che si occupano di bovini, ovicaprini
e maiali e che, in tempi normali, rifornivano bar, ristoranti e
alberghi, adesso chiusi. Il +7% fatto registrare in questo periodo
dalla spesa alimentare in casa non riesce, infatti, a compensare il
crollo dei consumi della ristorazione, stimato, in Italia, in 41
miliardi. «Quello delle carni, fresche o lavorate, che nella nostra
regione vanta un’altissima qualità di prodotti a denominazione di
origine e vale circa 20 milioni di euro l’anno è un settore trainante
che va aiutato e potenziato in una visione di futuro per dar voce
anche ai territori interni e svantaggiati», spiega il direttore
regionale di Coldiretti Marche, Alberto Frau. «In questo anno
terribile per l’economia – prosegue – abbiamo fatto in modo di far
avere ai nostri soci molti ristori per quasi 10 milioni, tra
contributi nazionali e regionali. Coldiretti si è fatta portavoce
delle necessità del territorio e degli imprenditori agricoli, tanto
che, solo qui in regione, tra bandi di ristoro nazionale e i dodici
regionali, abbiamo presentato migliaia di domande che sono state
regolarmente pagate».