ANCONA – Il viaggio è più breve del previsto. Arriverà domani pomeriggio, verso le 19 alla banchina 22 del porto di Ancona, e non il giorno dopo la nave Ocean Viking con a bordo 37 migranti salvati al largo della Libia.
L’accoglienza è pronta. L’assessore regionale Aguzzi, che ha la delega alla Protezione civile, insieme con la prefettura che sta coordinando l’accoglienza, ha effettuato un sopralluogo per definire ogni passaggio. La seconda nave Geo Barents, invece, arriverà il 12 gennaio, se non addirittura la sera dell’11, con 73 migranti.
Per l'altra nave Geo Barents, con 73 migranti a bordo, invece, l'approdo ad Ancona potrebbe slittare al 12 gennaio, ore 8, ma non è escluso un anticipo. “Stiamo allestendo questa area per garantire una accoglienza funzionale e dignitosa allo sbarco dei migranti - ha spiegato l'assessore Aguzzi -. Come Protezione Civile regionale siamo stati coinvolti dalla Prefettura sabato mattina. Il Prefetto di Ancona Darco Pellos, con correttezza, ha voluto coinvolgere la Regione Marche richiedendo un aiuto logistico per attrezzare la banchina 22”.
Ci saranno servizi igienici e cinque container riscaldati dove verranno effettuati identificazione, accertamenti sanitari, distribuzione pasti e distribuzione dei kit di prima assistenza. Intano la situazione sulla nave è stabile. Come racconta Ada, 20enne partita dalla Nigeria e salvata in mare dalla Ocean Viking. “Quale altra scelta mi era rimasta?” racconta. “Sono rimasta intrappolata in Libia. Lì non vedevo un futuro, le persone non vengono trattate bene”.
Quattro volte ha provato a imbarcarsi: le prime tre è stata riportata indietro e messa in prigione. “I sopravvissuti fanno riferimento alle carceri quando parlano di detenzioni arbitrarie in centri di detenzione informale. La prima volta - spiega a Sos Mediterranee - mi hanno detenuto per un mese, la seconda per tre mesi e l'ultima volta per una settimana. Piangevo tutti i giorni - prosegue -. Da me volevano un riscatto, ma non avevo nessuno a casa da poter chiamare. Ci davano solo un pezzo di pane al giorno e acqua salata da bere”.
Sapeva che il viaggio sarebbe stato lungo e difficile, ma non si è fermata: “Non avevo altra possibilità. Voglio essere libera, voglio una vita, costruire un futuro per mia figlia, non voglio più essere sola”. foto Ansa