FERMO – “Un anno fa, Isabella Paolino ci lasciava prematuramente” sottolinea Patrizio Cardinali, primario del reparto di Neurologia del Murri , collega e amico della dottoressa che dedicava il suo tempo, oltre che alla famiglia, allo studio e alla ricerca di percorsi migliori nel campo delle demenze e del Parkinson, tra gli altri.
“Chi ha avuto il piacere e la fortuna di conoscerla ne ha sicuramente apprezzato il garbo, la disponibilità, la generosità e le alte competenze professionali. Isabella è stata un valente neurologo che ha saputo coniugare lo studio e la ricerca con la cura e la presa in carico dei tanti malati incontrati” prosegue.
Per ricordarla nel modo più adeguato, ovvero facendo ricerca, Cardinali insieme con tanti colleghi ha organizzato una giornata di studio, un grande convegno con ospiti nazionali, fra cui il dottore de Leo che dialogherà con il professor Emanuele Frontoni suo ruolo dell’intelligenza artificiale.
Ma si parlerà di tanto altro, seguendo lee orme della dottoressa esperta di neurofisiologia e disturbi del movimento. È nato così il convegno pensato dalla Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP) insieme con la Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, ma soprattutto verrà assegnato il premio “Isabella Paolino”, dedicato ad un giovane marchigiano, specialista in neurologia, psichiatria o geriatria, che abbia realizzato un lavoro, una ricerca, un progetto, nell’area tematica della neuro psicogeriatria.
Tutto questo oggi, a un anno di distanza, sul palcoscenico del teatro dell’Aquila. “Abbiamo voluto questo incontro – ribadisce Cardinali - non solo per ricordarla e rendere merito alle sue opere umane e professionali, ma anche per confrontarsi con le più importanti malattie neurologiche favorendo l'incontro dei più importanti specialisti marchigiani”.
Dopo la mattinata dedicata alla ricerca, un pomeriggio più intimo con momenti, anche musicali, dedicati a Isabella Paolino fino alla consegna del premio al giovane marchigiano e alla consegna di una targa alla famiglia della Paolino. A seguire, dalle 1830, nell’orto di Santa Caterina la famiglia ha organizzato un momento conviviale aperto a tutta la cittadinanza e a chi avrà piacere di ricordarla.