di Raffaele Vitali
FERMO – Due mesi di attività interrotte fisicamente. “Ma ora possiamo parlare proprio di quello che abbiamo vissuto dal punto di vista didattico e relazionale” esordisce Nicola Verzina direttore del conservatorio di Fermo. Ha una grande voglia di fare rumore il regno della musica dedicato a Pergolesi. “E per questo siamo pronti per concerti estivi e iniziative, se il Comune ci vorrà coinvolgere. Dai gruppi jazz a una voce con pianoforte. Noi ci siamo dopo troppo tempo di silenzio”.
Che poi è stato un silenzio relativo visto che la didattica a distanza ha coinvolto, grazie a varie piattaforme, il 90% dei docenti. “E grazie a WhatsApp audio e video per ascoltare quanto l’alunno studia non sono mai mancati” aggiunge.
Certo, non per tutti è stato possibile vivere la normalità, basta pensare all’orchestra, alla music d’insieme. “Sono cambiate le modalità, con le lezioni legate alle parti del singolo strumento, sperando poi di metterlo insieme”. Gli studenti hanno risposto bene, “forse anche meglio avendo più tempo a disposizione”.
La normalità ora si chiamano esami e lauree, tra giugno e luglio. Saranno online gli esami di teoria, ma in presenza gli strumenti.
“Stiamo valutando la possibilità di riaprire in tempi brevi. Ma la stiamo valutando a condizione che ci siano tutte le norme di sicurezza e prevenzione per chiunque deve vivere il conservatorio. Se quadro è chiaro, si riapre. Il Ministero è stato cerchiobottista, non ha parlato di come davvero si possa prevenire ogni problema, lasciando al singolo conservatorio la soluzione. Noi abbiamo la fortuna di avere sale che permettono di suonare insieme in sicurezza". Impegno gravoso dal punto di vista organizzativo e di costi, ma non c’erano alternative, soprattutto di fronte all’atteggiamento ondivago del Ministero che non ha dato certezze.
“Se facciamo perdere ai ragazzi uno step è come buttare un anno di vita. entrare un anno dopo nel mondo del lavoro potrebbe provocare un disastro. Noi vogliamo dare sicurezza, garanzie lavorative e ottimismo chiedendo la responsabilità di tutti. Siamo pronti per garantire l’inizio degli esami e le sessioni di laurea. Abbiamo termo scanner, pannelli, dispenser, mascherine. Auspichiamo che il virus retroceda” aggiunge il presidente.
Distanziamento, mascherine e pannelli protettivi per strumenti a fiato e cantanti, usando le aule più grandi per il distanziamento. “Abbiamo un protocollo da seguire, inclusa la visita medica per i dipendenti che faremo quanto prima in modo da far rientrare chi può, tutelando le persone più fragili che faremo lavorare da casa” riprende Verzina.
Il Conservatorio è un unicum in zona, perché tanti studenti sono di fuori Regione, ma soprattutto orientali. “Abbiamo una piccola comunità, abbastanza numerosa, sono il 10% degli iscritti. E sono rimasti a Fermo. All’inizio erano loro terrorizzati per il rischio di contagio da italiani. Un gruppo molto diligente, rinchiuso in casa, che ha seguito lezioni online con profitto”.
Importante questo quadro positivo, anche in vista del futuro, di settembre: “Un calo delle iscrizioni? Abbiamo rinviato le ammissioni a fine settembre. Fare le ammissioni è un impegno collettivo, esami per le prove teoriche con prove scritte numerose. Oggi garantire le misure di sicurezza non sarebbe possibile. Rischio diminuzione? Dipenderà dal rischio di contagio e dalla paura della gente nello spostarsi. Un’incognita, ma anche se fosse sarebbe per un anno solamente, perché poi gli standard riprenderanno. Noi abbiamo un sistema consolidato e collegamenti molto forti, in particolare con la Cina dove ogni anno procediamo a pre selezioni estive direttamente in Oriente per permettere agli studenti di potersi poi iscrivere a Fermo. E così faremo via internet, ma poi a settembre verranno per l’esame in presenza. Quindi manterremo il legame” aggiungono Verzina e Giostra.
Che devono essere ottimisti, non fosse altro per il ruolo che la musica ha: “Il silenzio è stato il grande protagonista. Cambiato il paesaggio sonoro, sentiamo ancora di più l’esigenza della musica. La morte di Ezio Bosso – conclude Giostra – è arrivata in un momento complesso che ci fa pensare alla sua grandezza non solo come artista, ma come comunicatore. Lui ha dato grande umanità al mondo della musica. Ha permesso la diffusione del messaggio musicale anche a chi non si era ancora avvicinato. Non solo quindi grande competenza musicale, era un grande contrabbassista, ma il piacere di vedere con lui che chi non era mai entrato in un teatro entusiasmarsi per lui, ma al contempo ascoltando una quinta di Beethoven. Coniugare la ‘musica colta’ con il messaggio musicale del patrimonio enorme che deve uscire da una cerchia.
Ce ne fossero di Ezio Bosso che rompono il silenzio. Che è fondamentale per la musica perché senza pause non si apprezza il suono. In questi mesi di silenzio abbiamo riscoperto dettagli e particolarità: il canto di uccello, il mare e quei suoni che rendono tutto musica. John Cage diceva che il silenzio non serve a fare silenzio ma ad ascoltare meglio ciò che nel silenzio si produce”.
Il conservatorio è pronto a far ascoltare di nuovo la sua musica, facendo crescere talenti e nuovi professori, che tra pochi mesi si giocheranno il futuro nel nuovo concorso statale.