di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – Mica male. L’Italia brilla nei conti e il settore italiano del tessile-abbigliamento nel primo trimestre 2023 non è da meno. A dirlo sono i dati di interscambio sia le prime indicazioni rilasciate dal Centro Studi di Confindustria Moda.
Il fatturato medio di settore è cresciuto del 12,9% rispetto allo stesso periodo 2022, dove c’era stato un vero boom. E anche la raccolta ordini per le aziende del tessile-abbigliamento presenta un aumento medio del +7,1%, che fa pensare a un segno positivo che esisterà ance di fronte a un inevitabile rallentamento nei prossimi mesi.
L’export cresce del 12%, toccando quota 10 miliardi, e allo stesso tempo, un import che presenta una crescita più contenuta, pari al +2,0%, per un totale di circa 7 miliardi di euro. Il mercato comunitario e quello extra-Ue si sono mantenuti favorevoli per il settore, crescendo rispettivamente del +12,6% e dell’11,3%.
L’Europa resta il mercato di riferimento, 51%. Nel periodo in esame la prima destinazione del tessile-abbigliamento è la Francia, che mette a segno un aumento del +18,2%, assicurandosi l'11,5% delle vendite totali; al secondo posto, con una crescita del +11,6%, troviamo la Germania, che veniva da un periodo non felice. A seguire gli Stati Uniti, che registrano una variazione positiva del +14,9%, per un totale di 707 milioni di euro (7,1% sul totale). La Svizzera, in quarta posizione, presenta una flessione del -0,5%; anche la Cina, al sesto posto, presenta un calo del -1,7%, al contrario Hong Kong chiude il trimestre in aumento de +5,3%.
L'IMPORT
Relativamente alle importazioni, dalla Ue proviene il 49,7% del tessile-abbigliamento in ingresso nel nostro Paese; la Cina, nonostante una contrazione del -30,9%, si mantiene in prima posizione con un'incidenza del 14,4% sul totale importato. A seguire troviamo Germania, Spagna e Francia, ciascuna con una quota dell'8,1%. Crescono, anche, quasi tutti gli altri principali fornitori, ad eccezione della Turchia (-25,4%), dell'India (-3,5%) e del Vietnam (-5,8%).
LA PROGRESSIONE
Nei prossimi mesi, Confindustria Moda prevede un incremento medio dei ricavi è atteso nell'ordine del +5,9%, il trend si mantiene dunque positivo, gennaio -marzo si è chiuso con un più 9,4. Il 50% degli associati di Confindustria parla di “stabilità” a fronte di un 32% che indica una diminuzione negli ordini e un restante 18% che prevede un aumento.
Relativamente all'occupazione, il 68% del campione del tessile-abbigliamento stima che il proprio organico resterà 'invariato' rispetto a quello in forza a fine 2022. Solo il 7% prospetta un 'calo' del numero dei dipendenti, mentre il 25% indica un aumento.
L'assenza di particolari criticità sul fronte occupazionale trova conferma nei dati ufficiali Inps relativi alle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nei primi 3 mesi dell'anno per le aziende del tessile-abbigliamento, che registrano flessioni significative, rispetto alle ore concesse nel gennaio-marzo 2022, pur rimanendo su livelli elevati rispetto al pre-pandemia.
IL PENSIERO DEGLI IMPRENDITORI
Le attese degli imprenditori del tessile-abbigliamento sull'intero anno 2023 - ovviamente da considerare con estrema prudenza, alla luce dei pochi mesi sinora trascorsi - si prestano a una 5 duplice lettura. Se, da un lato, le risposte raccolte mostrano la presenza di pareri decisamente discordanti tra loro - richiesto di un confronto rispetto al 2022 il panel si divide tra chi ritiene che l'anno in corso sarà 'migliore' del precedente per la propria azienda (36%), 'uguale' (27%) e 'peggiore' (37%) - dall'altro lato va considerato come una buona fetta di rispondenti (63%) ritenga di poter proseguire i trend di recupero (e/o crescita) che hanno caratterizzato il 2022 o, quantomeno, di riuscire a confermare i livelli di fatturato già raggiunti.
“Le aziende italiane del tessile-abbigliamento si trovano oggi ad operare in un contesto generale tutt'altro che facile, reso ancor più complesso dell'andamento crescente dei costi (sia delle materie prime e, non di meno, degli input energetici) nonché dalle tensioni geopolitiche” spiegano i vetici dell’aquilotto.
LA RISORSA
A questo si aggiunge l’inflazione che porta le aziende ad affrontare un'ennesima sfida. “La flessibilità che notoriamente contraddistingue le imprese del tessile-abbigliamento italiane, la loro capacità/velocità di farsi trovare pronte ai repentini mutamenti del mercato, ma soprattutto l'unicità, in termini di eccellenza, delle loro produzioni, nonché la tensione innovativa che sanno mettere in campo – conclude con una nota carica di positività Confindustria Moda - costituiranno un fattore critico di successo in grado di garantire un 2023 complessivamente di crescita”.