FERMO – Francesco Acquaroli va avanti senza guardarsi mai indietro. quel che è stato deciso, per lui come per il suo entourage, è legge: il candidato alla presidenza della Regione Marche per il centrodestra è lui. Solo che va spiegato a Matteo Salvini.
Il leader della Lega alla domanda sul candidato, anche quando passa per le Marche, non risponde mai in modo chiaro. E ieri, dal tavolo del centrodestra non è uscita ancora l’indicazione attesa. Anche se le Marche sono uscite dalla discussone principale che si sta complicando su Puglia e Campania. E stamattina, dopo il nuovo incontro, altra fumata nera: nessun accordo sui candidati governatore, in particolare sull'azzurro Stefano Caldoro e il meloniano Raffaele Fitto.
“Ma sono stati fatti passi avanti” ribadiscono. Varie incognite ancora sul tavolo. Di fronte al pressing di Matteo Salvini, Antonio Tajani, raccontano, tiene il punto su Caldoro e Giorgia Meloni non molla la presa su Fitto. Insomma, è muro contro muro. Sul tavolo ci sono anche i casi di Marche e Toscana. Da qui la necessità di un altro round tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, il quarto nelle prossime ore.
Intanto Acquaroli lavora e i suoi intervengono. Come Andrea Putzu, responsabile dei piccoli comuni di Fdi e papabile candidato consigliere regionale, che entra nel merito della situazione post grandine che ha colpito l’agricoltura marchigiana.
“Importante l’azione comune di tutto il Consiglio regionale in favore delle imprese con la richiesta dello stato di calamità. La proposta della nostra Elena Leonardi guardava in particolare alle province di Fermo e Macerata. Sono soddisfatto perché mi ero attivato con Elena, all’indomani di quelle rovinose giornate, per rappresentarle la difficoltà e la preoccupazione di tanti produttori agricoli e vitivinicoli del Fermano, che hanno visto i loro raccolti duramente colpiti. Aziende hanno visto compromessi interi raccolti e messo a rischio talvolta anche alcune produzioni future, colpendo un settore già fiaccato da condizioni climatiche spesso sfavorevoli negli ultimi anni. Il lavoro non finisce qui. Quello del Consiglio regionale è un positivo passo di partenza, ma occorrerà premere sul Governo affinché, pure in una fase critica come quella attuale, non si dimentichino settori produttivi importanti per il Paese”.