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La Meloni battezza le Marche al Vinitaly: "Avete un ottimo vino". Un italiano su due beve bio. Di Sante: "Il cliente cerca la sostenibilità"

3 Aprile 2023

FERMO – L’investimento sul Vinitaly della regione Marche intanto un risultato lo ha avuto: la premier Giorgia Meloni lo ha visitato e ha regalato la frase più attesa. “Sono appassionata dei vini marchigiani”. Parole al miele per il presidente Francesco Acquaroli, che della Meloni è amico da tempo. La Regione investe, il Governo apprezza: “Le Marche da sempre sono conosciute per la loro manifattura, ma negli anni il vino è cresciuto molto con grande attenzione alle eccellenze locali”.

Oggi chi arriva al Vinitaly no si accontenta più della qualità. Lo sa bene Tommaso Di Sante, imprenditore vitivinicolo e componente della giunta della Camera di Commercio delle Marche che lo ha raccontato alla Rai: “Il cliente ricerca sostenibilità ambientale e del prodotto. La qualità è un concetto imprescindibile. In questo contesto noi emergiamo grazie alla nostra produzione enologica molto particolare”. Cita Papa Francesco che ha invitato a essere ‘custodi del terreno’. “Noi abbiamo 500 vitigni autoctoni, il doppio della Francia, dobbiamo preservarli e promuoverli”.

Cresce la produzione del vino biologico nazionale: con 128 mila ettari di vite coltivata l'Italia detiene il primato per incidenza di superficie vitata, pari al 19% ed è cresciuta negli ultimi 10 anni di oltre il 145%, stando ai dati Federbio, nel rilevare la grande affluenza all'ottava edizione di VinitalyBio, il Salone dedicato al vino biologico certificato a Verona Fiere.

Da un'indagine condotta da Nomisma-Wine Monitor, Federbio ricorda che risulta che 1 italiano su 2 preferisce il vino biologico per la qualità legata all'attenzione alla sostenibilità ambientale. Un prodotto particolarmente apprezzato anche all'estero, dove vale il 19% dell'esportazione globale di agroalimentare bio, che in termini assoluti ammonta a 626 milioni di euro di vino bio italiano venduto all'estero nel 2022, +18% rispetto all'anno precedente.

“Il vino bio Made in Italy - spiega la presidente Federbio - valorizza le zone di provenienza e premia il lavoro di tanti viticoltori che hanno scelto di produrre in maniera sostenibile a tutela della fertilità del suolo, della biodiversità, contribuendo al contrasto al cambiamento climatico e alla valorizzazione del territorio rurale”.

Il vino è in una fase complicata, con i nuovi regolamenti europei che potrebbero penalizzarlo fortemente. “Pensare di scrivere su una bottiglia ‘nuoce alla salute’ è un attacco anche alla dieta mediterranea. Posso capire scrivere ‘assunto in modo responsabile’, ma qui siamo di fronte a battaglie ideologiche, dalle carni sintetiche alle prese di posizione contro il vino. C’è qualcuno che vuole governare il cibo, ma siamo di fronte a una storia millenaria” ribadisce Di Sante.

Nel suo giro per lo stand delle Marche, la premier, insieme con il ministro Lollobrigida, ha avuto anche modo di conoscere alcuni rappresentanti della cooperativa sociale Centimetro Zero, che gestisce un ristorante a Spinetoli, che le hanno regalato una sedia decorata. Il locale è gestito da ragazzi con disabilità intellettive che rendono il luogo unico e speciale. Centimetro Zero intende sviluppare un percorso attivo, dinamico, di crescita personale e integrazione sociale per 20 giovani, di età compresa tra i 20 e 40 anni, che sono affiancati da un tutor ma in realtà sono i veri gestori del ristorante.

Prosegue il Vinitaly con la certezza che le Marche sono diventate un vero player internazionale. “Noi – aggiunge l’assessore Andrea Maria Antonini, affiancato dal consigliere sangiorgese Marco Marinangeli - stiamo dando il supporto possibile a queste aziende attraverso gli strumenti che abbiamo a disposizione. Tra gli altri, un padiglione magnifico”.

Perché l’immagine è importante in un mondo sempre più competitivo. Ed è quello a cui lavora Marco Bruschini, presidente dell’Atim: “Stiamo riconquistando il ruolo da protagonista che le Marche meritano in tutti i campi”.

@raffaelevitali

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