FERMO – Debutta Francesco Ciabattoni come presidente della Rete lirica delle Marche, al posto di Igor Giostra che oggi guida il conservatorio Pergolesi, e lo fa nel presentare la nuova stagione lirica, che farà tappa anche a Fermo.
“Teatri a piena capienza, dopo una stagione che si era chiusa a poche ore del debutto. Si riparte con lo sguardo verso i giovani”. Parole al miele per Fermo, una delle realtà fondanti della rete, che da anni investe sulla lirica nelle scuole.
Ciabattoni è pronto alla sfida: “L’opera lirica va veicolata sui territori. Abbiamo deciso di puntare sull’articolo 3 del nostro statuto, che prevede come scopo la formazione del pubblico, favorendo la produzione”.
Per farlo servono le risorse, magari attingendo anche ai fondi europei. “Abbiamo figure professionali e politiche pronte, sono certo che faremo bene”. La regione non si tira indietro, come conferma l’assessora Giorgia Latini:” La lirica ha sofferto tantissimo, lo sappiamo tutti. Questa rete è una risorsa, un grande lavoro del direttore Luciano Messi. Vedere comuni che collaborano ricalca il modello che come Giunta ci siamo dati”.
Luciano Messi in cassa i complimenti ed entra nel dettaglio di un mondo che troppo spesso viene visto come lontano. E invece ha un impatto importante sul sistema teatro. “Per la rete lirica nell’arco di una stagione lavorano circa 200 persone. Abbiamo sviluppato fino a 5mila giornate di lavoro, a fronte di un contratto che ne prevede un minimo di 800. Capite quindi la differenza? Se poi aggiungiamo che un terzo dei professionisti ha meno di 35 anni. Certo, non arriveremo a questi numeri nel 2021, ma sono certo che presto torneremo a regime. Siamo una produzione a km0, la maggior parte delle professionalità sono reperite nelle Marche. Da fuori alcuni artisti e registi”.
Una macchina importante, che richiede fondi continui. “Avevamo pre Covid un bilancio di poco superiore al milione di euro. Ora ne abbiamo 700mila. Risorse pubbliche, perché sono venute meno quelle di biglietterie e sponsor privati”. La rete nasce nel campo risorse è stata una scelta vincente: “Dal Fus riceviamo 200mila euro l’anno, l’aggregazione ha permesso di raddoppiarli rispetto ai tre teatri divisi. E così per la regione Marche ha scelto di potenziare le risorse, passando da 100mila euro a un contributo pluriennale di 150mila euro” prosegue Messi.
I fondatori sono Fermo, Ascoli e Fano che si mettono in gioco stanziando circa 100mila euro a testa. Su questo torna Francesco Trasatti, membro del Cda della rete Lirica, con l’assessora Micol Lanzidei: “Con la Latini abbiamo lavorato fianco a fianco per raggiungere la rete. L’ultimo anno è stato probante, la rete comporta una messa a sistema continua di comuni e maestranze. Le esigenze sanitarie hanno giustamente preso il sopravvento, ma il comparto cultura ha necessità. Ci siamo ri-seduti e con slancio abbiamo deciso di ripartire. Abbiamo avviato un percorso virtuoso anche di valorizzazione dei talenti, dai conservatori alle accademie di belle arti, sono ripartite le audizioni e il talent scouting. Ogni amministrazione deve proseguire il suo impegno, conscia che questa lirica deve e ha un posto di rilievo unico”.
Ascolta Alessio Vlad: “La lirica è un momento di ripartenza del lavoro, non è solo spettacolo”. Si chiama rete, perché aggrega: “Ci sono 80 teatri nelle Marche, la regione con la più alta concentrazione. I teatri devono vivere e questo è il nostro primo scopo. Per riuscirci, la rete regionale va fuori regione e ampia l’offerta anche in questa stagione collaborando con Genova e Como”.
La sfida ora è unire le generazioni e per questo ci saranno le anteprime giovani in tutti e tre i teatri. In scena, in maniera completamente accessibile, sui palchi ci saranno il Rigoletto con ‘I misteri del teatro’, ‘La Bohème’ e ‘L’italiana in Algeri’.
Raffaele Vitali