Fraternità e amicizia sociale sono due temi al centro della nuova enciclica di Papa Francesco. Temi che si possono declinare anche laicamente in questo complesso periodo fatto di divieti, impegni e voglia di libertà.
Per il papa francescano è emersa l’incapacità del mondo di agire insieme, per il laico della porta accanto, invece, emerge ogni momento il desiderio del singolo di salvare se stesso senza però perdere le proprie abitudini.
Si gioca qui la partita per la sopravvivenza, fisica ed economica. Non sui social, dove false certezze regalano pillole di verità ogni giorno. Non nei talk show, dove la ricerca di dibattito accresce il senso di confusione togliendo quelle poche sicurezze che ognuno di noi cerca nella scienza quando affronta l’ignoto.
La partita si gioca dentro ogni casa, si gioca entrando al bar, scegliendo di mangiare una pizza, entrando al cinema, semplicemente facendo la fila al supermercato. È una partita fatta di poche e semplici regole che diventano ‘insopportabili’ in chi non sopporta l’impotenza data dall’ignoranza di cui siamo tutti portatori.
Fidarsi degli altri è difficile, non lo fanno neppure i famosi Burioni, Bassetti e la Capua quando si incrociano in tv, figuriamoci quello del piano sotto casa. E allora, fidiamoci di noi stessi, accettiamo le regole. Non è anarchia tenere in mezzo alla gente la mascherina al braccio perché "tanto sto bene". È solo idiozia, quella che ci fa dimenticare che un asintomatico è un problema per l’altro, ma non per sé.
L’emergenza si supera ritrovando fraternità e amicizia sociale, che ben si abbinano al distanziamento fisico, e non sociale, che viene a tutti richiesto.
direttore www.laprovinciadifermo.com - @raffaelevitali