di Raffaele Vitali
FERMO - “Il 25 Aprile è costato sacrificio e vite umane. Questa giornata è di tutti gli italiani, ma credo che un grazie a noi partigiani vada detto. Oggi grazie a quei sacrifici abbiamo la libertà”.
Il partigiano ‘Nessuno’, questo il nome di battaglia di Mario De Benedictis, il combattente di Fermo che con il passo affaticato ma deciso si è fermato davanti al Palazzo dei Priori per la cerimonia in ricordo della Liberazione.
Con lui i familiari, il presidente dell’Anpi, Paolo Scipioni, l’avvocato Emiliani con foulard al collo, il sindaco Paolo Calcinaro, il vicepresidente della Provincia Stefano Pompozzi, tanti cittadini e le forze dell’ordine, con tutti i comandanti guidati dalla prefetta Vincenza Filippi e dal questore Rosa Romano.
Un 25 Aprile sobrio, non ci sono fanfare e discorsi, ma la tromba che suona prima il silenzio e poi intona ‘Bella Ciao’ riempie piazza del Popolo. Così come le bandiere spiccano nel cielo azzurro. “Una guerra anche se vinta non è mai una vittoria. Oggi c’è un rigurgito fascista, in Europa e nel mondo, e questo è un’offesa all’intelligenza di tutti gli italiani. Sono convinto che nelle scuole bisogna parlarne di più del 25 Aprile. Un compito complesso per gli insegnanti, ma bisogna farlo” conclude De Benedictis, che sente poco ma parla meglio di tutti.