A te vecchio e ormai moribondo barbone, dedico queste poche parole, le ultime forse che potrò dedicarti, prima delle esequie. Ti guardo oggi e non posso trattenere quella lacrima che prepotente vuole solcarmi il viso. A te, che hai visto gli anni più belli della gioventù, ormai attempata, di questa Porto San Giorgio che si trascina ormai da tempo immemore, sul viale del tramonto.
A te ritornano i pensieri che sapevano di genuino, dei nostri adolescenziali giorni e di quando tutti noi pagavamo per passare un’ora in tua compagnia: uomini, donne e bambini… A volte si piangeva, altre si rideva o ci si impauriva e spesso ci si innamorava e tu, eri sempre lì che ci coccolavi: chi con una caramella, chi un sacchetto di popcorn, altri qualche nocciolina e poi gassose e coca cola. Sapevi come viziarci e non ci facevi mai mancare niente.
Hai illuminato le nostre serate, anche quelle più buie e oggi a guardarti lì, trasandato, stanco e avvilito, ferito fuori e nell’anima, ci osservi mentre attendi silente e immobile il tuo destino, perché coloro che avrebbero potuto ridarti un’altra giovinezza, sono impegnati a litigare per i rispettivi interessi.
Con questa lettera ti voglio ringraziare e non per presunzione, sono sicuro di parlare a nome di tutta quella generazione sangiorgese che domani, con un velo di malinconia, racconterà ai propri figli di averti conosciuto, mentre lentamente sarai riposto negli angoli remoti dei nostri ricordi, fino a scomparire.
Qualcuno dirà, con freddo cinismo che è così che doveva andare, la città cambia e nulla è per sempre e in parte è vero ma… Tu per Porto San Giorgio eri come il garofano all’occhiello dello smoking, la fiamma nella lanterna per il viandante e l’amico a cui confidavi i tuoi segreti… ma pian piano sei appassito, la tua luce non brilla più e il tuo amico se n’è andato via per sempre.
*lettera firmata da un sangiorgese "che ogni volta che passa di qua, con lo sguardo ti lascia un saluto"
