*Uscire dal cinema, che dovremmo tutti frequentare di più, ma la sala piena è stato un bel vedere, mi ha spinto di nuovo a riflettere su uno dei temi più attuali: il cambio di direzione artistica della stagione teatrale a Porto Sant’Elpidio.
La seconda città della provincia, nell’ultimo decennio, era qualcosa di più di una bandierina nella mappa dei teatri. La presentazione della stagione elpidiense diventava l’esegesi del teatro, partendo dal fatto che nessuno sapeva cosa avrebbe detto Neri Marcorè.
L’attore, regista ed ex direttore artistico, ha una peculiarità: pensa. E soprattutto, parla. Non è uno che si tira indietro se chiamato a rispondere, che si parli di tagli al mondo dello spettacolo o di diritti civili. Per cui, alla fine, un passaggio sul tratto impegnato e sul ruolo sociale di chi ha il privilegio di salire sul palco non mancava mai.
Chi oggi guida il teatro ha coniato l’espressione di ‘leggerezza pensosa’ per definire il lavoro di Marcorè a livello di scelte. Forse si riferiva anche alla produzione dell’artista. Uscendo dal cinema, dopo poco meno di due ore in compagnia di una straordinaria Paola Cortellesi, ho dato ancora più senso a quella definizione. Perché la poesia che c’è dietro ‘C’è ancora domani’, la profondità nei dialoghi e nei non detti, è quanto di più simile a una ‘leggerezza pensosa’.
Se c’è una cosa per cui dire grazie a Neri Marcorè, non è nell’aver portato il meglio dei nomi dello spettacolo italiano al teatro delle Api, ma di non aver mai smesso di far pensare, anche dopo le risate di Frassica, anche solo dopo un’ora di conferenza stampa. E pensare, chiariamolo subito ai detrattori, non significa condividere.
Oggi continuerà a farlo con film, spettacoli e programmi, ma non come direttore artistico. Giusto o sbagliato, quello che conta è non spegnere il teatro facendolo tornare solo un luogo di spettacolo, come accade in tanti posti ricchi di soldi e poveri di personalità. Il problema è che per riuscirci servono competenza, qualità, pensiero e certezze, non solo saper far di conto.
Perché non c’è niente di più utile e complesso da raggiungere della ‘leggerezza pensosa’, quella che permette a tutti, per un attimo, di sentirsi perfino intelligenti e di restare fuori dalla porta del bar dove il tifo annebbia il pensiero.
*direttore www.laprovinciadifermo.com
