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La Fermo di Interlenghi: "Un vero capoluogo, non piccolo campanile come oggi". E la chicca: "Tribuna Duomo coperta al Recchioni"

4 Agosto 2020

di Raffaele Vitali

FERMO - Renzo Interlenghi, lei è il candidato sindaco del centrosinistra, cosa la differenzia dall’attuale primo cittadino Paolo Calcinaro?

“Ognuno ha il suo stile, ma una istituzione merita un altro stile da quello attuale. È questione di rispetto. Il sindaco deve mettere una cravatta. Dietro la forma c’è in realtà il rispetto estremo per l’istituzione. Ma in realtà ci differenzia il fatto che lui è campanilista, noi invece ci facciamo carico di esigenze di tutta la provincia”.

Più ‘noi’ che ‘io’?

“L’attuale amministrazione pensa a quello che accade dentro le mura e se vogliamo della piazza. Perché non è che poi il centro storico sia poi così attenzionati. E noi invece pensiamo che ci sono problematiche che non hanno trovato risposta strutturale. Purtroppo si dimentica che l’io da solo va poco lontano. E in questa amministrazione c’è troppo individualismo”.

Cosa l’ha spinta a dire sì alla candidatura?

“La proposta è venuto dal centrosinistra. Un onore per me sarebbe occupare lo scranno della prima donna sindaca, Nella Brambatti, che saluto con affetto, ma anche di Annio Giostra, il sindaco della riscossa cittadina”, di Fabrizio Emiliani e Pasqualino Macchini. Certo, per candidarsi ci vuole coraggio, me lo hanno detto in tanti, ma per me è invece impegno”.

Ma secondo lei Calcinaro è passato a destra?

“Se 5 anni fa la scelta civica aveva ragion d’essere dalla crisi partitica, in questi anni non ha avuto una crescita politica. Oggi in Italia c’è una logica sovranista e populista, le civiche dovrebbero andare oltre a questo sentire e invece si accodano e si fanno abbracciare da una destra storica fermana. In questo modo ci si nasconde dietro le sottane di un civismo. Ma il civismo di destra non appartiene a questa città progressista e democratica”.

Ma Calcinaro per tutti ha già vinto, lei per cosa corre?

“Vedete, nel momento in cui si fa abbracciare dalla destra, Calcinaro ha già perso. Cinque anni fa era vincente. Speravamo non virasse verso destra, speravo avesse un grado di autonomia maggiore. Oggi comincia un altro modo di vedere e affrontare le questioni. Una delle poche medaglie che mi metto al petto è quella di quando strappammo la provincia a di Ruscio, candidato vincente. Lo facemmo quando tutti dicevano che era impossibile. Ho lavorato molto in quella occasione. Per cui, anche oggi, non diamo per scontato quello che non è”.

E se perde?

“Se non dovessimo vincere la nostra opposizione non sarà ringhiosa, ma volta a dare un valore aggiunto in più all’amministrazione. Avranno la fortuna di avere qualcuno che innalzerà il livello del dibattito e delle discussioni. Non abbiamo la bacchetta magica, ma il vero bene è pensare al futuro e per questo noi abbiamo scelto #FermoFutura come slogan. Non siamo una forza da battibecchi, come quelli tra Calcinaro e Zacheo. Fermo merita un altro stile. Noi siamo altro da chi c’è oggi”.

Interlenghi, veniamo ai pinti chiave del suo mandato. Casina delle rose?

“Secondo noi deve essere il biglietto da visita della città, un luogo per gli artisti. Abbiamo otto musicisti tra i migliori al mondo, ma chi lo sa. Abbiamo una figura come Neri Marcorè. Creiamo un ‘marchio per gli artisti’ facendo della casina una scuola dell’arte, ricordando che abbiamo avuto anche Pende. Chi viene a Fermo deve poter sapere che può incontrare questi personaggi, creiamo un turismo dell’arte”.

Fermo secondo lei è una città sicura?

“La sicurezza non è fatta di telecamere, ma di prevenzione. Siamo pieni di telecamere, ma abbiamo poco personale. Meglio il vigile che interagisce che la telecamera che riprende: serve presenza fisica. E poi la protezione civile: il comune destina solo 15mila euro. Su una popolazione di 40mila abitanti sono 20 centesimi ad abitante. Un servizio scaduto che non vorrei diventasse un bacino elettorale, usato durante le feste e le sagre per garantire la sicurezza. Invece Fermo deve guidare il territorio anche in questo, coordinare i vari gruppi per dare risposte: se riparte il Covid, qualcuno sta formando i volontari? Ma soprattutto c’è un coordinamento provinciale?”.

C’è qualcosa di cui non si parla che sarà una sua priorità?

“Penso allo stadio. Ho avuto modo di parlare con i tifosi, con l’associazione Solo Fermana e ho scoperto che da anni aspettano la copertura della curva Duomo. Questo va risolto, a San Benedetto lo hanno fatto installando anche pannelli fotovoltaici. Impensabile che in tanti anni non si sia affrontata la questione. E poi, abbiamo uno stadio che allontana le persone, perché pieno di barriere architettoniche. Persone che non possono salire le scale e possono solo stare in un angoletto vicino alla recinzione. E invece vorrei che in tribuna centrale ci fosse uno spazio dedicato a chi ha problemi a deambulare e che nel 2020 ha diritto di vedere come tutti una partita. E questo vale per ogni angolo della città. E noi lo faremo, non è una promessa, è una sensibilità che differenzia la destra, dove si lascia tutto alla capacità individuale di risolvere i problemi, e la sinistra, dove il sistema e il gruppo si fanno carico dei problemi di ognuno”.

Quali sono le liste che la appoggiano e perché non c’è la sinistra di Buondonno e Rossi?

“Pd, Fermo Coraggiosa che è legata al mondo della sinistra, Agire Locale composta da Under 40, Fermo Capoluogo che avrà esponenti che vogliono una città che va oltre il campanile. Per questo riguarda i ‘compagni’ con cui ho condiviso la mia vita politica, le porte sono aperte. Si oppongono aprioristicamente al Pd. Ero convinto che il mio nome avrebbe unito tutti. e invece ho dovuto dedicare ore a convincere di un progetto i miei più stretti compagni che altre realtà. Ho chiesto un confronto sul programma, ma è stato negato. Ma sono certo che chi vota a sinistra non avranno dubbi a scegliere. E così chi pensa a una Fermo più aperta al territorio. Ma anche i moderati, che troveranno nella mia serenità e pacatezza un riferimento”.

Insomma, Interlenghi, cosa pensa di Calcinaro?

“Questa città ha avuto una amministrazione valida, ma che non ha saputo affrontare aspetti importanti. Questo a causa della politica individualista, mentre dovrebbe essere collettiva e plurale. Bisogna usare il ‘noi’, perché l’io da solo non è nessuno”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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