FERMO – Fisicamente è più in forma di moti dei giocatori della Fermana, il sorriso è di quelli di chi sa non avere nulla da perdere e soprattutto tanto da dare: mister Fabio Brini è pronto, vuole salvare la Fermana e portarla in acque tranquille di questa serie D iniziata molto peggio di quanto immaginato.
Nato a Porto Sant’Elpidio, Brini ha 67 anni e una lunghissima carriera alle spalle, sia da giocatore, dove ha parato per 142 vote in serie A, si da allenatore dove si è fatto un nome negli anni difficili di grandi piazze come Salerno e Ancona. Ma è a Fermo che ha scritto una delle pagine più belle, conquistandola promozione in C2 e regalando il record di imbattibilità alla porta canarina.
Basterà tutto questo per cambiare la sfortunata stagione dei due giovani dirigenti Ruggeri e Paolucci? Di certo se lo augura il presidente Umberto Simoni, chiamato a presentare l’ennesimo allenatore della sua gestione. “Il suo compito è semplice: salvare la Fermana. Noi cercheremo di metterlo nelle migliori condizioni, rinforzando la rosa”. Una promessa che era stata fatta anche a Bolzan, Brini spera di essere più fortunato. È vero, a Bolzan non l’abbiamo messo nelle condizioni migliori, quindi siamo noi i primi responsabili di questa situazione” commenta il direttore generale affiancato dal ds Paolucci che parla di “choc necessario”.
Brini li ha ascoltati, sereno e ha provato ad abbassare i toni: “Qui non c’è una società allo sbando, anzi. Ho i punti di riferimento necessari. Ora vedremo il capo, confermo che la società si è detta disponibile al potenziamento della rosa che ho oggi a disposizione”. Per il resto, tanta voglia di allenare e vincere, “di certo non sento la pressione, altrimenti cambierei mestiere” la chiosa del miste.
Il tempo corre, il 5 gennaio c’è il delicato derby al Recchioni contro la Recanatese. I primi allenamenti mi hanno confermato che il gruppo c’è. Questo è importante. Bel gioco? Prima di tutto dobbiamo fare punti e vorrei far crescere più under possibile” conclude Brini.