FERMO – Un grande pareggio. Il primo freddo scalda i cuori dei giocatori gialloblù, aiutati anche dai tifosi che hanno scelto di incitare e non fischiare fin dal primo minuto. È il giorno del ricordo di Mario Rossetti e quello della presenza allo stadio degli atleti della Soccer Dream. La giornata giusta per tornare a far credere tutti che la salvezza è possibile.
Di certo a Stefano Protti il coraggio non manca. Perché al termine di una settimana caldissima, tra giocatori fuori gruppo e trattative societarie, il mister ci mette il carico: capitan Giandonato in panchina.
Il motivo è semplice, ha in mente un piano partita differente dal solito e i piedi buoni del centrocampista non servono. No tanto per la qualità, indiscussa, quanto per il ritmo che Protti ha deciso che i suoi devono tenere. E così, ecco Fontana al centro del gioco, con Misuraca libero di spaziare. E il primo tempo gli dà ragione.
La capolista Torres non punge. Anzi non riesce. Perché i giocatori sono gli stessi che hanno superato ogni avversario fino a oggi. Ma i canarini sono attenti. La nuova difesa senza Padella e Calderoni gioca più veloce e soprattutto bada al sodo: se c’è da spazzare in tribuna Gasbarro non si fa problemi.
Quando al 16’ Fontana pennella in mezzo, la difesa della Torres va in confusione e al secondo rimpallo spunta il piede di Misuraca: Fermana in vantaggio. Ospiti increduli, pensavano di venire a Fermo a dominare, si ritrovano sotto e senza il controllo del gioco. Perché le fasce funzionano, bene sia Santi sia Pistolesi.
Fontana non è il giocatore che può mettere la pala nei piedi del compagno a 30 metri, ma è perfetto per chiudere gli spazi in difesa, aitando i compagni a frenare la fantasia di Ruocco. Piano partita rispettato quindi, incluso quello di Semprini impegnato più a fare la boa che a guardare la porta. Per quello c’è Tilli, un funambolo a cui ancora però manca l’istinto del goleador, ma di certo non scatto e controllo palla. E se gli avesse fischiato un rigore a favore al 45esimo forse parleremmo di un altro match.
E con gli stessi Protti inizia il secondo tempo. Buon ritmo, ancora e anche organizzazione. Solo che la Torres ha i campioni e il pareggio è frutto solo della classe di Ruocco che all’11’ ha un controllo a giro perfetto, con il corpo ruota attorno a Pistolesi e da dentro l’area trafigge Furlanetto. È il pareggio.
Cresce la Torres, che ha cambiato modulo passando al centrocampo a quattro. Ma soprattutto la Fermana non riesce a ripartire. Tranne che al 18’ quando Fabriani sbaglia il controllo di testa e serve Scorza che potrebbe fare tutto: tirare a colpo sicuro o servire Tilli solo dentro l’area, ma sceglie la terza opzione, perdere palla in un improbabile dribbling. Ed è ancora Scorza, al 21, a provarci questa volta in tuffo di testa, ma la sfiora soltanto.
Sarebbe ora di cambiare, Semprini è cotto, il tuffo in area che gli costa il giallo è l’emblema, e Fontana non indovina una sola punizione, ma resta perfetto in chiusura vedi il recupero la 28’ che ferma la progressione dei sardi. Ma Protti non ne vuole ancora sapere. Anche dalla curva arriva un chiaro ‘cambia’. Cosa che fa ancora il mister ospite che inserisce un’altra punta: Menabo. Vogliono vincere i sardi, anche perché hanno capito che Protti sta pensando al punticino.
Finalmente, al 35’, Semprini esce tra gli applauso, perché l’impegno è stato tanto, ed entra Paponi. Risultato, prima azione offensiva da venti minuti con colpo di testa di Tilli fuori bersaglio. È il segnale che fa un attimo spaventare la Torres, che si era buttata testa bassa in avanti, e che da questo momento si accontenta, mostrando rispetto per l’ultima in classifica, mai vista così bene quest’anno al Recchioni. E infatti i giocatori escono tra il gratificante coro 'vi vogliamo così'.
Raffaele Vitali