di Raffaele Vitali
FERMO – “Una esistenza leggendaria, una figura potentissima di emancipazione culturale, femminile e femminista, e di lotta antifascista. Una delle fondatrici della nostra democrazia”. Basterebbero queste parole del senatore Francesco Verducci per spiegare la mobilitazione politica e sociale che ha come scopo il ‘salvare’ la casa di Joyce Lussu a San Tommaso di Fermo.
Dove salvare sta per ‘mantenerla pubblica’ evitando che venga acquistata da un privato. Una grande casa museo che fa gola, “costa 275mila euro” ricorda Luisa Serroni, tra le più attive del centro studi di cui fa parte la madre Gilda Traini, amica di Joyce, che sta guidando l’azione. Poi bisogna pensare a una somma cinque volte superiore per ristrutturarla.
“Un luogo di incontri e cultura, di cenacoli importanti” ribadiscono. Due anni fa la decisione della famiglia di vendere la casa e le prime azioni condivise dal centro sangiorgese con quello di Cagliari. Con Verducci, in conferenza, sono arrivate le onorevoli Manzi e Ghirra oltre a Valdo Spini.
Argomento che interessa, basti pensare alle mille firme al giorno raccolte in un mese dalla petizione promossa Federica Ginesu. “Ci aspettavamo il sindaco di Fermo, ma ha detto che oggi erano tutti impegnati, mentre non abbiamo avuto riscontro da Regione e Provincia, intese come maggioranza” precisano i membri del comitato.
È evidente la necessità di coinvolgere chi ha il ruolo cardine politico. Qualcosa potrebbe cambiare con l’arrivo del sottosegretario Vittorio Sgarbi che ha mostrato interesse durante un incontro in Senato con Verducci. Si vedrà, ma potrebbe davvero accelerare l’iter al ministero della Cultura.
“Presentare mozioni in Comune e Provincia, solo così si può aprire davvero una discussione a ogni livello istituzionale” è il suggerimento di Fabrizio Cesetti, consigliere regionale, che questo passo lo ha già fatto in Ancona.
“Nel mentre noi andiamo avanti con iniziative politiche e cultural. Solo così cresce la pressione per l’acquisto pubblico della casa di San Tommaso”. In successione, nel giro di poche settimane, una mozione, un appello in Parlamento, una interrogazione al ministro della Cultura e la petizione. “Tutto questo perché noi vogliamo creare a casa Lussu un luogo aperto, vivo di condivisione. La battaglia è acquistare sapendo cosa farci, per dare subito un uso fruibile per la comunità. Abbiamo le idee chiare e sappiamo anche come trovare poi le risorse, ma prima va acquistata”.
Nessun conflitto con la famiglia, assicurano, “ma noi vogliamo dare seguito al valore di Joyce, che sperava di far diventare la sua casa un bene pubblico”. Gli step futuri sono semplici e li riassume Valdo Spini: "Serve un Odg del comune di Fermo, un passaggio in consiglio, che faccia comprendere la volontà della città. È fondamentale per poi salire di livello istituzionale”.
Calcinaro è quindi chiamato a prendersi l’impegno e con lui il presidente del consiglio comunale Francesco Trasatti che deve calendarizzare l’azione quanto prima. Sapendo che poi, se l’operazione riuscirà, la Fondazione Carifermo sarà al fianco di chi dovrà gestirla, parola di Girotti Pucci.
“Se poi riusciremo a condurre un’unica battaglia per casa Lussu e la casa di Mario Dondero raggiungeremo ancora meglio l’obiettivo. Due temi collegati, due figure amatissime da questo territorio, ci hanno scelto per vivere e lasciarci il loro insegnamento” conclude Verducci.