PESARO – ‘Ohhhh’. Inevitabile la reazione quando si è accesa la biosfera, “il nostro albero della vita”, lo definisce il sindaco Matteo Ricci. Migliaia di persone con lo sguardo sulla palla che da nera diventa il regno del colore e dei suoni nel centro di piazza del Popolo della Capitale italiana della cultura.
Quattro metri di diametro e due milioni di led, la biosfera è un’installazione scultoreo-digitale che il sindaco ricorda “unica in Europa e nasce da un’esigenza precisa: avere un simbolo di Pesaro 2024, un'icona che potesse incarnare e raccontare La natura della cultura della nostra capitale: la sfida culturale e il rilancio della Pace, che camminano parallelamente a quella della sostenibilità”.
Un’opera viva, che interagisce e dialoga con la città che vuole lanciare “Pesaro nel futuro della modernità” prosegue il sindaco.
Le accensioni della Biosfera sono in programma, ogni giorno ogni due ore dalle 10, con le proiezioni che durano venti minuti. Spreco di energia? Ovviamente ricci e Vimini, il suo vice, hanno pensato anche a questo siglando un accordo con la società dell’energia che si impegna a produrre la stessa quantità utilizzata dalla Biosfera, da fonti rinnovabili (acqua, vento, sole, calore della terra e biomasse) e a ri-immetterle nella rete.
Pesaro in quel tondo rivede tanti dei suoi simboli: la ‘Palla’ di Arnaldo Pomodoro, la Sonosfera, la pizza Rossini, la ruota della bici che percorre la Bicipolitana e quella delle moto della terra di piloti e motori, il sole che tramonta sul mare Adriatico sul porto della città.
“La Biosfera è un’icona, un oggetto di design e di alta tecnologia, che ci renderà ancora più attrattivi e più competitivi. Ma allo stesso tempo che farà riflettere sul cambiamento climatico. Dentro la Biosfera chi la osserverà troverà le unicità e le bellezze della nostra città e del pianeta” aggiunge.
Tra i milioni di Led si incroceranno arte e scienza, patrimonio culturale e tecnologia, storia e innovazione. “Sintesi perfetta tra tecnologia, patrimonio e sostenibilità, alla base di ciascuno dei progetti di dossier di Pesaro 2024. La presenterà il patrimonio del territorio e contenuti interattivi inediti e interagenti con il pubblico che si muoverà attorno all’opera. Sarà inoltre collegata all'attualità, in particolare al tema dei cambiamenti climatici” riprende Daniele Vimini.
Per gli amministratori è un oggetto tecnologico alla portata di tutti. “Permette di innalzare la caratura tecnologica e artistica di Pesaro 2024; potrà interagire con artisti, designer, musicisti ai quali rivolgeremo un concorso internazionale per la creazione di contenuti” spiega il vicesindaco.
A progettare l’installazione sono stati Federico Rossi, professore associato in architettura digitale alla London South Bank University, e Andrea Santicchia di Artifact Studio.
Ma cosa c’è dentro quella palla che si illumina ed emette suoni? Tre le opere che si susseguono e si potranno ammirare, in attesa di nuovi contenuti che arriveranno durante il 2024. La prima è ‘Pesaro 2024’ che punta alla valorizzazione del territorio e della cultura della città. Una immersione che permette di ripercorrere i luoghi della Capitale della Cultura.
La seconda opera si intitola Data Visualization Climate Change, trasforma dati e algoritmi da entità astratte in visualizzazioni e simulazioni che stimolano una riflessione sulla relazione tra uomo e pianeta mettendo in connessione natura, scienza e tecnologia. I dati arrivano dai satelliti del progetto Copernicus dell’Unione Europea, coordinato da ESA.
La terza opera, Materia, è una scultura digitale all’interno della struttura-sfera modellata in real-time dal movimento degli spettatori attorno a essa. L’opera interroga il binomio uomo-natura, l’influsso umano sulla materia e le potenzialità di creazione e distruzione. È metafora dell’influsso dell’umanità sui fragili ecosistemi.
Il lungo applauso premia l’attesa, l’inaugurazione doveva esserci 24 ore prima ma un problema tecnico ha costretto Ricci a rinviare tutto. Prossimo step, il 29 febbraio, l’inaugurazione del nuovo auditorium Scavolini che diventerà la casa di Rossini e del festival a lui dedicato.
r.vit.