MONTEGRANARO – Già solo l’emozione di poter posizionare una scarpa dentro lo stand, poi si aggiungono gli ordini e i contatti. Ecco quello che resta della fiera ‘Moda Italiana’ a Kiev organizzata da Assocalzaturifici e Ice. Una fiera che ha visto la partecipazione di 16 aziende del distretto fermano-maceratese, supportate da Linea, l’azienda speciale della Camera di Commercio delle Marche.
“Per la calzatura, Kiev rappresenta un primo e importante passaggio verso il ritorno alla normalità e consente alle aziende del distretto marchigiano di cominciare a ricalibrare i propri piani e i programmi di produzione” sottolinea il presidente Gino Sabatini.
L’ente camerale ha lavorato molto sul digitale, ma è anche il primo a sapere l’importanza di fisicità, relazioni, emozioni che ogni azienda racconta in presenza. “Continueremo a sostenere le fiere virtuali e le varie piattaforme, con l’obiettivo di assicurare il massimo sostegno ad un settore che deve uscire quanto più velocemente dalla crisi nella quale è caduto e trovare sui mercati esteri la linfa vitale per tornare a competere”.
Delle 16 imprese calzaturiere, ben 12 sono fermane a riprova della voglia di tornare a mettersi in gioco “Da marzo 2019, grazie alla collaborazione tra le associazioni di settore, l’Italia si presenta unita a questa mostra mercato con una collettiva che coinvolge tutti i settori della moda. Complessivamente sono state 30 le aziende italiane che hanno partecipato alla collettiva 2021”.
Una fiera solida, conosciuta e spesso fruttuosa che ha visto la partecipazione anche dell’ambasciatore italiano in Ucraina Pier Francesco Zazo. “Considerando la riapertura delle frontiere come Linea, Azienda Speciale della Camera di Commercio delle Marche, andremo a costruire per il secondo semestre 2021 un programma che consideri tutte le fiere in presenza che si svolgeranno all’estero” aggiunge la Francesca Orlandi.
Se il digitale ha tenuta alta la voglia di bello, “la fattura dei prodotti e la qualità dei dettagli vanno necessariamente verificati, provati e indossati in presenza per essere valutati” aggiunge Sabatini che sta al fianco delle 3528 imprese calzaturieri e marchigiane, di cui 2317 nelal sola provincia di Fermo. Cosa che spiega anche il lavoro che il comune di Monte Urano, da sempre simbolo delle calzature da bambino, sta portando avanti a Bruxelles per ottenere il riconoscimento Igp per il settore, in modo da valorizzare sempre più manifattura e made in Italy.