PORTO SAN GIORGIO – “Partiamo da un nuovo bar, il Crystall, non a caso: è un segnale per tutti. Ripartono le attività e l’arte rappresentata, in questo caso, dalla musica” introduce Elisabetta Baldassarri.
Jazz al castello, il festival diretto da Michele Sperandio, taglia il traguardo dei 10 anni di vita. “Uno sforzo importante per questa rassegna estiva che è di livello e qualità ancora più alta. E per questo abbiamo inserito anche una data in più” prosegue l’assessora alla Cultura. La location scelta è quella di Rocca Tiepolo, in attesa che la pandemia faccia il suo corso e si possa tornare su Castelsangiorgio. “Le prenotazioni sono già aperte, ogni presenza sarà tracciata. Noi siamo qui per valorizzare il territorio e le maestranze migliori, anche locali”. Primo appuntamento 15 luglio, poi 22 luglio, 5 e 19 agosto “in attesa di una programmazione invernale perché la musica non si ferma” ribadisce l’assessora.
IL PROGRAMMA
Luca Di Luzio dà il via al festival, con IL suono dell’organo che accompagna il concerto. In Scena ci sarà uno dei più grandi sassofonisti del mondo, Max Ionata. Il 22 luglio il Christian Pabst Trio: “Una scoperta anche per me, arrivano con un nuovo disco. Il batterista è straordinario e lo dico da collega” sottolinea Michele Sperandio.
“La scelta di presentare dischi è la riprova di come questo festival vada oltre la semplice esibizione”. Del resto, Cantiere Musicale, diventato Collettivo, è anche casa editrice”. Sperandio diventa musicista il 5 agosto con il suo jazz quartet che unisce ai classici pianoforte e contrabbasso anche il trombone: “È una anteprima da non perdere”.
Infine il 19 agosto con la grande novità dello Jonio Jazz Lab: “Durante la prima pandemia ho chiamato il direttore dello Jonio Jazz Festival. Ci siamo trovati sul modo di lavorare e di pensare i festival come valorizzazione del territorio e dei borghi. Insomma, non grandi eventi ma momenti di qualità. Non possiamo immaginare un Umbria Jazz in queste zone, ma puntare sulle nostre caratteristiche. Insieme stiamo realizzando una rete di festival jazz nei borghi storici. E questa è una prima collaborazione, un inizio di una rete che come Cantiere Collettivo perseguiamo”. Musica e cultura che si uniscono, progetti che lavorando sulle collaborazioni permettono di raggiungere il risultato senza sballare i conti “ma mantenendo la qualità”.
FOTO D’AUTORE
Ad accompagnare il festival ci sarà Andrea Rotoli, il fotografo del jazz partito da Sant’Elido a Mare e diventato un riferimento nazionale: “Due anni fa i miei primi scatti a Porto San Giorgio, ho sposato il progetto che mi chiedeva di valorizzare i concerti e la città. Mi hanno convinto per la loro energia, mi hanno entusiasmato, e poi sto seguendo una serie di festival, scelti appositamente, di jazz anche fuori dai circuiti principali. Qui – prosegue Rotili rivolgendosi a Laura Latini e Michele Sperandio - sono rimasto conquistato dal contesto e dalla squadra. Immaginare ora di creare una rete di località che danno valore al territorio attraverso la musica è affascinante”.
Da sempre una caratteristica di Jazz al Castello è che abbatte le distanze tra musicisti e pubblico, il coinvolgimento è massimo. “E poi – riprende il fotografo – non ci si ferma ai nomi, ma si promuovono progetti e suoni”.
POSTI E PRENOTAZIONI
Proprio questo vuole fare Porto San Giorgio: puntare sì su un nome, ma molto sulla qualità, anche meno nota. I locali di Castelsangiorgio restano i partner privilegiati di Jazz al Castello: “Noi torneremo lì e insieme continueremo quanto avviato e consolidato negli anni” conclude Laura Latini che ricorda l’importanza di prenotare il biglietto, che costa 5 euro (15 euro l’abbonamento ai quattro spettacoli), in modo da evitare anche code e controlli dell’ultimo momento. I posti a disposizione son 132 dentro la Rocca.
E in attesa dell’inverno, con una rassegna che affascina tutti, la proposta finale di Rotili: “Realizzare una mostra con i migliori scatti di questi tre anni, grandi stampe da posizionare all’aperto nei luoghi della musica”. Come dire di no?
r.vit.