FERMO – La scuola ogni anno vive sfide. “Quest’anno ne abbiamo affrontata una inedita. Il primo obiettivo è stato quello di evitare l’isolamento degli studenti e in parallelo organizzare il lavoro dentro le classi. Un impianto da mettere in moto da zero” spiega la preside dell’Ipsia, Stefania Scatasta.
In mezzo a una pandemia, una idea è stata quella di ripristinare il premio per la miglior classe, quella che più di altre ha saputo coniugare impegno e risultati al tempo della Dad, la didattica a distanza. “Coroniamo un grande lavoro all’Ipsia, con i docenti alle prese con ogni tipologia di metodo didattico”.
Il tutto dentro un’aula virtuale: “Abbiamo cercato di riscostruire l’ambiente di socializzazione che l’aula reale porta con sé. La routine che ci è mancata, interrotta da un giorno all’altro in modo incredibile, è stata ripresa con l’apporto di ogni componente, pur nel disorientamento generale”.
La classe scelta, tutta al femminile, ha superato il vaglio dei professori: “Gli alunni hanno risposto alla nuova idea di scuola. Ma per riuscirci abbiamo avviato anche una formazione mirata per docenti e per alunni, partendo dal tema della resilienza come fattore di aiuto. Una classe che ha agito, che ha letto il positivo, che seguendo i docenti ha capito che non c’era tempo da perdere oggi merita il riconoscimento”.
Gli alunni ascoltano e sorridono, collegati su Google Meet: “Senza voti, come si va avanti? Lo stimolo sono stati i professori. All’inizio abbiamo pensato che bello, la scuola chiude. Poi è scattato qualcosa. Le lezioni non erano pesanti, parlavamo. L’abbiamo presa bene” commenta una studentessa della classe vincitrice. Che la 2MA, ovvero la sezione moda. “La scuola ci è stata vicina in questo periodo critico, di aiuto a studenti che non avevano tecnologia. La scuola ha offerto servizi, non certo inutili. Esperienza molto difficile, ma per fortuna i professori” aggiunge un’altra.
Parole al miele per la preside, ma anche per i docenti che riassumono il pensiero con la coordinatrice Franchellucci: “Un momento difficile, inutile negarlo. Loro le abbiamo scelte in base a dei criteri: continuità nella partecipazione, consegna lavori, rispetto dei docenti. Le ragazze hanno preso il massimo del punteggio in tutti gli indicatori. In questa scuola anche per noi docenti è stato più semplice cambiare il modo di insegnare, perché c’è stata collaborazione e disponibilità”.
Per tutti grande resilienza, parola ripresa anche dal vicesindaco Trasatti e dal sindaco Paolo Calcinaro che hanno preso parte alla premiazione virtuale nell’ultimo giorno dii didattica: “La scuola deve fare tesoro di questa esperienza drammatica e surreale. Abbiamo saputo reagire a ogni sfida e difficoltà. siamo finiti sulla casella imprevisti del Monopoli. Ripartiamo sempre, ma questo si forgia. Brave, brave le studentesse. Questo anno lo ricorderemo, nel bene e nel male. Ognuno ha contribuito a superare questa emergenza. Spero che vi godiate l’estate e poi insieme penseremo a settembre, dove avremo una nuova e tosta sfida per Provincia, comuni e scuole che dovranno insieme trovare le soluzioni migliori”.
Settembre sembra lontanissimo, di certo, sorride la Scatasta, “per avere aule grandi e tecnologiche ci servirebbe la bacchetta magica”. Si vedrà, in base alle indicazioni, ma una cosa per lei è certa: “Nel progetto educativo che ho in mente non mancherà la didattica a distanza. Su alcune situazioni abbiamo visto la difficoltà. ma abbiamo intercettato studenti che stavamo perdendo per tante ragioni e le più varie. A questa fase difficile siamo arrivati convinti di un aspetto: siamo certi che di può fare filosofia e psicopedagogia e che si può fare bene anche in un professionale. Abbiamo parlato anche dell’elaborazione del lutto, noi crediamo fermamente che l’educazione alle emozioni sia la prima vera formazione su cui implementare il progetto culturale” conclude la dirigente tra gli applausi dei tanti docenti e studenti collegati.
Per tanti è finita, ma tra due settimane le porte si apriranno, questa volta davvero, per i maturandi.
Raffaele Vitali