di Raffaele Vitali
SERVIGLIANO – Si siede sulla panchina sotto il porticato del Comune. Una intervista alternativa, ma non è semplice da completare. Perché chi passa si ferma, chiede, salta, parla, si confronta. La vita del sindaco di provincia è così, anche di chi guida il comune con una delle piazze più belle come Servigliano.
Marco Rotoni passa da una risposta sui centro anziani alla programmazione di spettacoli nei luoghi più belli fino al nuovo centro estivo che deve aprire le iscrizioni. E così si prepara alle elezioni dell’8 e 9 giugno, da candidato unico.
Rotoni, come si corre contro se stessi?
“È complicato. Più difficile degli anni passati, mi metto ancora di più in discussione. Sono sotto il microscopio collettivo. Sarà impegnativo e stimolante capire cosa si è fatto bene e se si è nella giusta traiettoria per una crescita graduale. E poi capiremo dove potremo aprirci alla percezione degli altri”.
Come vivrà le settimane prima del voto?
“Serviranno per incontrare ancora di più la comunità. Un amministratore abituato a vivere per la sua gente ha bisogno di queto periodo di confronto. Il contatto è necessario e deve sempre recuperare due anni di Covid che me l’ha tolto”.
Critiche ne arriveranno?
“Le attendo. Se non ne avrò significa che non ho coinvolto tutta la comunità”.
Niente minoranza in consiglio. È un bene?
“Nel 2004 partimmo con ‘Servigliano un paese in Comune’. Per me significava aprirmi a una partecipazione più ampia possibile. Qui tutti sono protagonisti, per cui minoranza o maggioranza cambia poco, non sono tre persone che cambiano il modo di lavorare. È a ogni singolo cittadino e associazione, ne abbiamo un fermento, che dobbiamo apritrici. Ognuno ha una necessità, non passano tutti per i banchi consiliari. Ci piace proseguire. Dobbiamo essere bravi a percepirli. Ci credo dal 2004, trovarmi a dire ‘siamo una lista sola è disinteresse o forza’ non è il mio modo di approcciarmi. Chi amministra deve accompagnare la crescita e farsi forza delle istanze di tanti soggetti, dai sindaci vicini agli enti di terzo settore, ai privati che investono. Voglio essere cassa armonica di quello che ricevo”.
Sindaco, l’incompiuta che si porta dietro è il cinema?
“No, sinceramente non ho incompiute. Anzi, forse è una delle più compiute. Noi sappiamo che Servigliano attira anche per i contenitori da riempire. Noi sappiamo che viviamo sette mesi all’anno al meglio, dovevamo ampliare. Per cui il cinema è nato da una necessità. Il nostro progetto ha funzionato e avremo tante strutture che permetteranno al paese di crescere. Se vogliamo anche i tempi sono giusti. Prima l’abbiamo acquisito, poi abbiamo lavorato sul progetto, intercettando finanziamenti a fondo perduto. Poi il bando e chi lavora sta nel rispetto dei tempi contrattuali, che speriamo termini entro il 2024”.
Cosa immagina all’interno del cinema?
“Più linee di indirizzo: spettacolo dal vivo, che dà un ritorno immediato con i suoi trecento posti. Entreremo in un circuito di teatri, tanti patrimonio dell’Unesco, con la nostra struttura che sarà dinamica. E poi lo immagino anche con un corner letterario e spazio di formazione. La competitività di un territorio dipende dalle professionalità che noi riusciamo a mettere insieme”.
Il futuro di Servigliano è nel turismo?
“Di certo è un motore economico, ma dobbiamo migliorare come mentalità. Servigliano è una componente del territorio che ha voglia di essere interessante. Mettiamo insieme le qualità e il sistema, ma dobbiamo ricordare che il turismo va avanti con la cultura. Per questo ci investiamo come pubblico, essendo capofila della misura 2b2 di Next Appennino in cui stiamo creando innovazione all’interno di un villaggio globale. E lo faremo inserendo professionalità che ci portano a pensare oltre Servigliano, perché non basta più ragionare nel perimetro della realtà comunale. Mi sento aperto ed egoista perché so che per crescere io ho bisogno degli altri e loro di me”.
La parola chiave del suo nuovo mandato è completare?
“La parola giusta è continuare…a costruire il futuro. Non mi candido per finire il cinema o potenziare il nostro monumento nazionale. Questo è l’ovvio per chi lavora in comune da vent’anni. Quello che pensavamo non realizzabile lo abbiamo raggiunto, per cui continuiamo a essere la terra dell’utopia”.
Infrastrutture, serve più impegno per la Servigliano - Molini?
“La capacità che dobbiamo mostrare è di contingentare nei tempi i lavori per quel tratto. È un’opera necessaria, imprescindibile. Dobbiamo dilatare il perimetro economico e sociale e infrastrutturale del territorio altrimenti il grande lavoro fatto sulla costa resterà sconnesso dalla pedemontana, che era necessaria”.
Come si coniuga l’attività di sindaco a quella di presidente Amap?
“Il ruolo regionale mi ha accresciuto la visione di insieme e mi ha fatto comprendere meglio le dinamiche di sviluppo. L’Amap fa innovazione, cerca know how per dare competitività alle aziende nel settore agricolo e ittico. Quel tipo di attività è restituzione al territorio. Essere un sindaco che porta avanti politiche di novità significa dare più competitività alla provincia di Fermo. Mi arricchisco e vedo una regione Marche sempre più legata al benessere, dal paesaggio al turismo, dalla biodiversità all’alimentazione”.
Rotoni, una priorità per Servigliano per il nuovo mandato? “Mi impegno per una sanità che entra nei borghi. Stiamo lavorando con l‘Ambito XIX. Porteremo numerose giornate della salute su dieci comuni colpiti dal sisma in cui si potranno fare screening per abbattere liste di attesa. E avremo infermieri sul territorio. Un investimento da due milioni di euro, abbiamo parlato con i primari del nosocomio di Fermo per valutare il servizio funzionale al cittadino e al sistema. Messaggio importante, la medicina che viene, risposta vera al cittadino. Territorio protagonista, un servizio importante e un moto a luogo che la provincia di Fermo non può non rappresentare”.