di Chiara Fermani
SANT’ELPIDIO A MARE - Inizia a muovere i primi passi nel jazz e nella fotografia di scena nel suo paese nativo, Sant'Elpidio a Mare. Oggi è il fotografo ufficiale di uno dei festival jazz più famosi d'Europa. Una esperienza culminata con un racconto fotografico di circa 250 scatti racchiusi in un volume.
Il festival è il noto “Time in Jazz” che si svolge ogni agosto a Berchidda in Sardegna, il suo fondatore e direttore artistico è il trombettista Paolo Fresu. Il fotografo di cui stiamo parlando è l'elpidiense Andrea Rotili, oggi, per molti, “Il fotografo del jazz”.
Rotili, pensare che tutto è partito da una foto che ha scattato a Paolo fresu nel 2011, ci racconta?
“Esatto, era il 2011 ed ero al Teatro delle Api come spettatore al concerto di Paolo Fresu. Lì scattai quella foto e rimasi folgorato da un mondo a me prima sconosciuto. Facendo un salto di molti anni e di moltissimi scatti, lo scorso anno Umbria Jazz mi coinvolge nella grande mostra dei 50 anni del Festival. E nel 2022 quello che sognavo da tanto, Paolo Fresu mi chiama al cospetto del suo festival come fotografo ufficiale. Per anni avevo guardato il Time in Jazz come una meta da raggiungere, ma per vari motivi non avevo mai avuto l’opportunità di andare. Quel giorno, quella telefonata, non la dimenticherò”.
Da quella esperienza è nato il suo racconto fotografico dell'edizione 2023 del Festival. Come è stata questa esperienza?
“Quella di Time in Jazz è stata una vera e propria connessione con la terra sarda, con le persone. Ho fatto 1500 km in nove giorni, 4 concerti al giorno. Nel libro c'è un vero e proprio racconto di questa esperienza, sono circa 250 foto e una cosa che lo caratterizza: ho fotografato tutti i luoghi del festival ad agosto e sono ritornato a novembre per fotografarli vuoti in bianco e nero. Una mia idea che Paolo ha sposato subito. Ripercorrere i luoghi vuoti è stata un'esperienza unica, mi hanno aperto anche l'Agnata di De Andrè, una delle tappe principali del festival, che solitamente in quel periodo è chiusa, quel giorno il tempo era grigio, c'era un silenzio assordante, è stato veramente un privilegio essere lì, in quel posto magico”.
Il suo libro si apre con una poesia “Mal di Sardegna”. Esiste veramente questa sensazione?
“La terra sarda ti travolge letteralmente, questi anni hanno lasciato un segno indelebile dentro di me. Il mio ciclo triennale col festival è finito, ma tornerò sicuramente, mi hanno detto “dobbiamo trovare qualcosa per farti tornare”. Si è creata una bella connessione. Vi racconto una curiosità. La poesia “Mal di Sardegna” è di una berchiddese, compaesana di Paolo Fresu, la scrittrice Antonietta Langiu che, ironia della sorte, negli anni '60 si è sposata a Sant'Elpidio a Mare dove vive ancora oggi. Ricordo di aver letto quella poesia e di esserne rimasto molto colpito, ci incontrammo a casa sua e le chiesi di poterla utilizzare per il libro. Ne fu entusiasta anche perché la sua famiglia conosce benissimo quella di Paolo Fresu”.
Andrea Rotili, i suoi prossimi progetti?
“Con Time in Jazz è come se avessi “chiuso” un cerchio, questo festival era il mio obiettivo nel mondo della musica jazz e questo libro è la mia prima esperienza vissuta così pienamente, tutte le mie idee e proposte sono state accolte con entusiasmo, mi hanno lasciato carta bianca, un forte segnale di fiducia reciproca, non li ringrazierò mai abbastanza. Ora è bene che io sposti il mio focus su altri progetti, ne ho tanti, dalle cose nuove ricevo nuovi stimoli e nascono nuove idee”.
Il suo libro è stato presentato in anteprima il 2 agosto in occasione del 25ennale del Sant’Elpidio Jazz festival, è stato emozionante?
“E' stato Paolo Fresu che, ospite in quella data insieme a Glauco Venier, mi ha proposto di presentare il libro in anteprima nazionale. Farlo nel mio paese, prima della presentazione ufficiale del 16 agosto a Berchidda, è stato un regalo grandissimo che Paolo mi ha fatto. Ora il prossimo appuntamento sarà a dicembre con la presentazione alla Casa del Jazz a Roma”.