di Raffaele Vitali
FERMO - Gian Mario Mercorelli è il candidato alla presidenza della regione Marche per il Movimento 5 Stelle. Il suo tour nel Fermano lo ha aperto nei comuni terremotati, poi l’incontro con i vertici della Cna per parlare di economia insieme con due candidati locali, Catia Orlandi e Mirko Temperini. “E non poteva essere diversamente, visto che io sono di Tolentino e sono uno dei tanti che è fuori casa da quattro anni”.
Mercorelli, che situazione ha trovato?
“Quella di chi al disastro del terremoto ha visto aggiungersi la pandemia. La ferita è aperta e il cuore pulsante di ogni attività deve essere sì”.
Ma secondo lei la regione ha delle responsabilità nei ritardi?
“Ne ha molte, altro che. Il grosso della burocrazia è dovuto all’inefficienza regionale. Poi chiaro che c’è il catello normativo. Ma l’Ufficio ricostruzione lo gestisce Ancona, quindi evitiamo di dire che le responsabilità sono altrove. A chi fa capo la Protezione Civile, insomma se vogliamo ha un ruolo superiore a quello del Governo”.
Lei cosa cambierebbe?
“Un esempio: potenziare gli Usr. Ma con persone adeguate, non prese tanto per. E soprattutto facendo in modo che i comuni poi le usino davvero per le pratiche della ricostruzione e non in altri uffici, come avvenuto in molte amministrazioni”.
Le nuove ordinanze di Legnini le piacciono? Ad esempio quella degli appalti più facili sotto i 5 milioni?
“Sono per la semplificazione, ma non per l’assenza di controlli. Tanto che la mia proposta, anni fa, era quella dell’istituzione di una super Procura che vigilasse sulla ricostruzione. In modo da lasciare possibilità di azione, ma con la certezza che chi faceva qualcosa di illegale veniva poi preso”.
Non crede che la soluzione sia dare potere ai sindaci?
“Ma guardate, già i sindaci hanno poche responsabilità. Quindi non sono sicuro che sia la soluzione dargli più poteri. Sono le procedure che vanno agevolate, avendo a disposizione tecnici preparati”.
Senta Mercorelli, ma quando va nei territori, cosa le chiedono?
“Ancora dell’accordo col Pd. Ma basta poco per fargli capire che era una compravendita quella che cercavano. Offrirmi un posto di lavoro con stipendio pur di rinunciare alle idee”.
Girando per il Fermano ha sperimentato la Faleriense. È chiaro il gap infrastrutturale?
“Conosco bene i problemi, ma siamo certi che il nodo siano le strade? Ci rendiamo conto che non abbiamo ancora la banda larga? Il lockdown ha evidenziato ancora di più questo gap. Neanche le videoconferenze si riuscivano a fare da molti territori. Per cui bene vengano le strade, ma per vallate e guardiamo anche alla tecnologia”.
Cosa intende con sviluppo vallivo?
“La nostra regione è fatta in un modo chiaro: ci sono fiumi e valli che dividono i territori. Dobbiamo ragionare su sviluppi lungo questi tratti, inutile ragionare sul taglio del territorio. E questo vale per le strade, per il turismo e via dicendo”.
Mercorelli, ma chi vince?
“Posso dire che i sondaggi spesso hanno fallito. Di certo spero di essere l’ago della bilancia per poter incidere sulle politiche”.