di Raffaele Vitali
MILANO/GROTTAZZOLINA – C’è sempre qualcosa di bello e stimolante che resta sul tavolo dopo un incontro con Matteo Marzotto. L’occasione è la sfilata di Mittelmoda, “contenitore nato senza scopo di lucro per attrarre e scoprire giovani talenti di creatività ma anche di artigianalità, preziosi per tutte le filiere del Made in Italy e del fashion system italiano” spiega Marzotto che da pochi mesi è anche alla guida di Minerva Hub.
Ed è proprio Minerva la grande novità che ha un impatto forte in primis sul distretto fermano. Infatti, appena nato, Minerva Hub conta su 101 milioni di euro di ricavi, un portafoglio di 1000 clienti, 434 occupati diretti e 209 milioni di pezzi prodotti. Questo grazie alle aziende che sono sotto il controllo del primo gruppo italiano che segue l’eccellenza produttiva al servizio della creatività e della manifattura del lusso: Galvanica Formelli (Arezzo), Koverlux (Bergamo), Quake (Vicenza), SP Plast Creating (Fermo), Zeta Catene (Arezzo), Zuma Pelli Pregiate (Pisa).
La Sp Plast è un gioiellino che si occupa di trasformazione materie plastiche e gomma termoplastica, progettazione e costruzione stampi ed engineering prodotto per il settore moda. L’azienda è specializzata nella produzione di stampi e nello stampaggio tecnico. Fattura oltre 23 milioni di euro e dà lavoro a più di 170 persone. A Milano, con Marzotto, c’erano anche alcuni componenti del vertice aziendale, Samuele Benedetti e Tiziano De Marco
Perché Marzotto ha scelto loro?
“Quella che abbiamo rilevato è un’azienda che continua a crescere. Oltre alla capacità degli imprenditori c’è la miglior tecnologia e questo perché sono abituati a investire, a non fermarsi. Non parliamo solo di macchine, ma di processi”.
Marzotto, le sue sono parole al miele per l’azienda di Grottazzolina. Immagina altri passi di questo tipo?
“Minerva Hub si sta muovendo bene, ci sono acquisizioni in atto sempre per rafforzare la filiera dell’accessorio fashion e di lusso. Non parliamo solo di abbigliamento e scarpe, anche di servizi per i brand mondiali. Se si vuole essere il riferimento, bisogna crescere e dare sempre di più, per questo aumenteremo le nostre competenze.”
Nuovi investimenti nelle Marche per lei?
“Stiamo guardando ad aziende anche in quella zona, abbiamo in corso a livello nazionale almeno quattro acquisizioni. Una sarà quasi sicuramente nel Fermano. Ma prima chiudiamo poi ne parliamo. Questo perché le Marche hanno un tessuto imprenditoriale eccezionale. Anche per questo fa male vedere le immagini dell’alluvione che ha piegato molte aziende e tolto la vita a 11 persone. Ma sono certo che si risolleveranno e anche noi faremo il possibile. Come già accaduto allo scoppio della pandemia quando sostenemmo il Torrette. Io ho passato quasi sei anni nella zona di Fossombrone, con Dondup, mi sento un marchigiano di adozione”.
Lei conosce bene le Marche, cosa pensa di questo timore per le tante griffe che arrivano e che poi nessuno sa se resteranno?
“Vedete, i distretti sono un punto chiave del lusso. Prevalentemente sono brand italiani e francesi che fanno la moda e comunque anche quelli stranieri poi producono o gravitano in Italia. questo perché trovano nelal qualità degli artigiani il valore aggiunto, che non gli fa pensare al prezzo della manodopera. Questo significa che se vengono acquisiti i brand italiani, non si perde l’identità. Perché poi la griffe lavora e produce lungo lo Stivale. Dobbiamo compiacerci del fatto che ci scelgano e batterci affinché rimanga così grazie al primato del saper fare, del bello e ben fatto. L’Italia è da sempre un macro distretto a servizio del lusso e proprio per questo Minerva Hub si muove in più territori, cercando di trovare il meglio in ognuno”.