Il tavolo con gli alleati si apre il 3 marzo.
Maurizio Mangialardi, dopo il voto della direzione Pd (35 sì su 39 presenti) è pronto a correre per le Marche?
“Si inizia a fare quello che serve: parlare con i cittadini associati. E poi con i movimenti che riescono ad aggregarli e che rappresentano questa nuova spinta, insieme ai partiti della coalizione dobbiamo confrontarci e tenerli dentro un nuovo progetto per questa regione”.
Se lo aspettava?
“Abbiamo vissuto un momento di grande soddisfazione nel Partito democratico con una spinta importante del nostro presidente Luca Ceriscioli e il sostegno di Valeria Mancinelli e di Matteo Ricci”.
Il primo compito, come ribadito da Andrea Orlando, è far convergere gli alleati. Come?
“Siamo nelle condizioni di poter dialogare per valorizzare i grandi progetti che caratterizzeranno il centrosinistra futuro e loro saranno protagonisti, senza pregiudizi e con la disponibilità di chi in questi anni con ruoli diversi ha sempre dialogato anche con pezzi che non erano organici al Pd”.
Cosa pensa di Sauro Longhi?
“Ha fatto un grande lavoro per riscaldare animi che non sono riconducibili ai partiti. Dobbiamo confrontarci per trovare un modo per catalizzarli dentro questo progetto nuovo della Regione Marche. Mi piacerebbe fosse parte della coalizione”.
Cosa risponde a chi dice che non poteva essere candidato perché sotto processo?
“Si risponde intanto valutando i capi d'imputazione che sono legati a un percorso che ha portato a salvare una città importante delle Marche come Senigallia dopo un'alluvione catastrofica. Non sarà elemento di speculazione perché chi governa il territorio sa che per riuscire a ottenere i risultati bisogne mettere sempre il cuore al di là dell'ostacolo”.
Il suo è un nome forte?
“Nasce un nuovo progetto che deve essere capace di tenere dentro i partiti della coalizione e le aggregazioni civiche. Tutti senza pregiudizi dobbiamo confrontarci e condividere il percorso”.