SERVIGLIANO – “Ci sono tanti motivi per vivere Servigliano nei nove giorni del Palio (11-20 agosto). Ci sono gli spettacoli, ci sono le cene, c’è la Giostra, ma soprattutto c’è la storia che vive in ogni persona e soprattutto nei giovani che la porteranno nel futuro. Noi facciamo il possibile peer aggiungere dettagli e attirare così più persone. Un esempio? Il violino di Valentino Alessandrini che accompagnerà i nostri giovani la sera del 16. Non resta che partecipare”.
Gianluca Viozzi, classe 1971, è il regista di Castel Clementino, l’uomo che cura ogni dettaglio, che pianifica il corteo, che segue gli alfieri, che entra nelle scuole facendo vivere la rievocazione storica, impegnandosi per unire le generazioni di serviglianesi. Tre mandati da regista e tanta voglia di continuare con l’obiettivo di far crescere il Torneo Cavalleresco.
Viozzi, quale è il suo ruolo?
“Sono il regista della manifestazione. Un inpegno a 360 gradi insieme con un grande staff. E lo faccio dal 2005, con qualche interruzione. Diciamo che dopo gli anni di Covid questa edizione segna davvero il ritorno alla normalità”.
Un anno fa il debutto della madrina social Natasha Stefanenko, quest’anno?
È stato un esperimento riuscito, volevamo veicolare la meglio quello che facciamo. Quest’anno torniamo alla tradizione, con le nostre dame protagoniste principali”.
Come si prepara la Giostra dell’Anello?
“Il segreto del torneo cavalleresco è che tutte le generazioni sono coinvolte. Torniamo finalmente ai nove giorni di calendario e in ognuna ci sarà un protagonista differente, anche per età. Questo è il segreto. Tuti si sentono parte dello spettacolo”.
E come siete riusciti a creare questo mix di età?
“La prima mossa è stata far entrare il Torneo nella scuola. Sono un insegnante, a Servigliano ho la mia cattedra di educazione fisica, la formazione fa parte della mia vita. Da due anni con il progetto ‘Il volteggiar delle bandiere’ che coinvolge l’ultimo anno delle Elementari e i ragazzi delle Medie. Saranno proprio loro i protagonisti della serata del 16 agosto. E poi c’è il Palio che viene dipinto dalle terze medie di Servigliano. Insomma, il Torneo si respira a scuola”.
Eppure si dice che coinvolgere i ragazzi sia difficile.
“Negli anni tutto è diventato più complicato, inutile negarlo perché hanno molte più distrazioni. Le famiglie che sono ancora molto legate al Torneo tramandano, ma non è facile. Parlare di Quintana però è fondamentale. Lo è a scuola, lo è in famiglia, solo così i giovani iniziano a sentirsi parte di un rione, che è la vera benzina del Palio. E così nasce la passione che ti permette di dire ‘questi dieci giorni non li perdo, ma mi arricchisco’”.
Gianluca Viozzi, qualche novità per questa edizione 2023?
“Il ritorno dei giochi popolari tra i rioni, un momento goliardico e tradizionale. Ma soprattutto, la serata di sabato 19, quella che precede la quintana. Uniamo due momenti, quello del cerimoniale con il corteo storico. Quindi vivremo in una sola sera il corteo, la cessione della piana di San Gualtiero, la benedizione del Palio e dei cavalieri, l’abbinamento e conosceremo l’ordine di partenza della giostra”.
Servigliano è famosa da sempre per l’accuratezza dei suoi abiti, come ci riuscite?
“L’attenzione ai dettagli del costume ci caratterizza e che ci riconoscono altre grandi realtà. Parliamo di una rievocazione datata 1450 che realizza i suoi costumi sulla base di dipinti dell’poca”.
Merito delle sarte?
“C’è un grande lavoro all’interno dei rioni, anche se col tempo abbiamo cominciato a rivolgerci anche alle esperte di costumi storici. Come in ogni settore manuale, non è facile il ricambio generazionale. Ogni edizione c’è qualcosa di nuovo, proprio perché alla base c’è lo studio del dipinto che permette accorgimenti sempre radicati nella storia”:
Ormai è tutto pronto?
“ll clou lo vedremo domenica pomeriggio con la Giostra, intanto si preparano alla sfilata una quarantina di figure per rione. Il cerimoniale è molto particolare, curato nei dettagli, ognuno ha una posizione in piazza Roma e anche per questo non ampliamo i numeri”.
Sono numerose le rievocazioni storiche, tra di voi c’è competizione?
“Noi portiamo in dote 55edizioni e il coinvolgimento di tutto il paese. Ma ognuno vive di vita propria. Quelle di Ascoli Piceno e Foligno sono le due grandi realtà che giocano una partita parte. Ma noi ormai siamo conosciuti quasi alla stessa maniera. Questo perché in un certo senso abbiamo fatto squadra e ognuno parla dell’altra. Vuoi perché i cavalieri si scambiano tra Ascoli, Foligno, Faenza e Servigliano. In questo, nessuna è come Siena, che vive in un mondo suo, qui le delegazioni vengono invitate, interagiscono”.
Viozzi, ma dopo tanti anni cosa le dà la forza per dedicarsi a castel Clementino?
“La passione, ormai è qualcosa che fa parte della mia vita. Nasco sbandieratore, in una famiglia con padre console. Mi sono laureato con una tesi sull’arte del maneggio della bandiera. Poi l’esperienza come regista del Gams e a seguire del torneo cavalleresco. Come capirete, il Torneo Cavalleresco è parte di me”.
Raffaele Vitali