di Raffaele Vitali
FERMO – Paolo Scipioni, presidente Anpi Fermo, perché il 25 aprile deve coinvolgere tutti?
“Perché ne siamo coinvolti. La nostra democrazia, quella che viviamo è nata 75 anni fa, ci riguarda. Ne facciamo i conti tutti i giorni con i principi. Soprattutto in un momento come questo senza punti di riferimento”.
Mancano punti di riferimento, ma la democrazia è solida?
“Alcuni valori fondamentali e basilari a volte sono minati o non considerati”.
Quali sente più in discussione?
“C’è la tendenza a dimenticare molto. Ci stiamo ammalando di demenza, di perdita di memoria. 75 anni sono tanti o pochi? Dipende da come li guardiamo. Ma in realtà sono pochi, ci sono ancora dei resistenti in vita. Anche se sempre meno. Non possiamo permetterci di dimenticare”.
I resistenti sono i nostri panda, poi cosa accadrà, perderemo i valori?
“Dopo la morte dell’ultimo partigiano, l’Anpi ha ancora senso? Ancora di più, siamo i portavoce della lotta della liberazione, la nascita della costituzione. Noi facciamo i conti tutti i giorni”.
Cosa pensa di questo dire ’il 25 aprile sia il giorno di tutte le vittime’?
“E’ una mancanza di rispetto sia per chi ha lottato per la libertà, sia per gli altri, dai caduti di tutte le guerre ai caduti di Covid. Una mancanza di rispetto per tutti. bisogna stare attenti. Il giorno della memoria, il giorno del ricordo, il 25 aprile sono date importanti che fanno parte del Dna. Bisogna prenderle per come sono e far assumere la responsabilità della storia imparando dagli errori. Ma partendo dai valori che ci hanno lasciato, senza mischiare”.
Oggi cosa significa resistenza, ha un peso questa parola?
“È il filo che ci lega per contrastare la mancanza di libertà, che è mancanza di lavoro o esclusione sociale. Pensiamo a chi scappa dalla propria vita e dalla propria terra”.
Chi spiega ai ragazzi quel periodo storico venendo meno le testimonianze?
“Noi ci proviamo. Per la prima volta era nato il premio Ada Natali per le scuole della provincia. Tanti i contributi che stavano arrivando da Grottazzolina, Montappone, Porto San Giorgio. Cito questo perché è un modo per conoscere la storia. Questa generazione immacolata dall’odio e dal dolore deve conoscere la loro storia. Prima o poi si confronteranno con costituzione e leggi”.
Preoccupato dell’antieuropeismo che mina valori comuni e luoghi di pace?
“Da soli si fa ben poco. E vale in generale. L’unione fa la forza. Essere uniti per un unico obiettivo, che siano valori e principi è importante. L’Europa è un valore aggiunto, ma deve essere più concreta e reale”.
Solidarietà può essere una delle parole di questo 25 aprile?
“Se non vinciamo tutti non vince nessuno. È un tassello fondamentale, dobbiamo allargarla a ogni settore”
Cosa pensa dell’idea di celebrare il 25 aprile cantando Bella ciao dai balconi?
“Come Anpi abbiamo avuto un po’ di difficoltà a manifestare. A livello locale abbiamo lanciato le Pillole di resistenza. Bella Ciao è il canto che ci unisce tutti. Cantarlo dai balconi, ma anche dentro di noi, sentendolo, è l’aspetto più importante. Siamo chiamati a una verità dell’essere”.
Lei cosa farà il 25 aprile?
“Alle 11.30 io, il sindaco e una corona in piazza del Popolo per ricordare tutti i caduti”.
Chi sono i nuovi fascisti, se ci sono?
“Negli ultimi anni nelle Marche abbiamo avuto episodi, hanno ucciso delle persone. Se la Resistenza ora è intesa come lotta alla mancanza di libertà o supremazia di razza noi ci saremo sempre. Il timore dell’uomo solo al comando, che qualche volta torna, mi preoccupa. E ci sono politici che a volte dicono cose che non possono rappresentare il nostro Paese, per fortuna abbiamo istituzioni solide e un capo dello Stato che è un baluardo, non per niente la sua prima uscita su alle Fosse Ardeatine”.
L’Anpi a Fermo è una realtà viva?
“Son presidente da maggio 2019. E in accoro con tutti ho allargato i confini, essendo provinciale ho voluto andare oltre Fermo. Nel direttivo ho membri di Ortezzano, Montegiorgio, Santa Vittoria in Matenano, presto Amandola. All’Anpi ci si iscrive con una tessera, aderendo alle iniziative, come le gite a Roma e gli incontri, oltre alla giornata ad Altino di Montemonaco che ricorda lo scontro a cui prese parte il Battaglione Batà. Vogliamo coinvolgere i giovani, la memoria e il futuro è nelle loro mani”.