di Raffaele Vitali
PORTO SAN GIORGIO - Lauro Salvatelli, cosa è successo con il sindaco Vesprini che le ha tolto le deleghe di assessore e vicesindaco di Porto San Giorgio?
“Venerdì sono stato convocato nell’ufficio del sindaco poco prima delle 13 e per oltre cinque ore abbiamo parlato e discusso. Siamo partiti dai lavori pubblici, da quello che c’era da fare. Ma anche del fatto che fosse rimasto male che non l’avessi informato prima”.
Errore non dirgli della tessera?
“Mi ero scusato già in maggioranza. Ribadendo che non era stata colpa mia, ma che l’avvocato Agostini aveva deciso i tempi di uscita. Sono sempre stato un simpatizzante, di certo non era una novità. Non pensavo fosse un motivo così forte per rimettere le deleghe”.
Si aspettava la mossa del sindaco?
“Solo alla fine dell’incontro mi ha chiesto di dimettermi. Ovviamente ho detto di no, perché in Giunta e in consiglio in tanti hanno già al tessera”.
E quindi?
“Mi dà 48 ore, alle 1815 vado a casa e mentre faccio cena, erano le 22, mi girano un paio di articoli sul mio siluramento. Era evidente che aveva già preparato tutto”.
Quale è stata la motivazione vera?
“Il decreto numero 11 dà il la a un vero golpe. Nessuno crede alla motivazione di una tessera. L’assessore che ha preso il mio posto è un attivista. Quello incredibile è che il sindaco non mette in discussione il mio lavoro, ma solo la mancanza di fiducia venuta meno per questo mio ingresso in FdI”.
Ma lei cosa pensa?
“Forse lo oscuravo, forse avevo troppa visibilità. Ma essendo un dipendente statale mi sono messo in aspettativa non retribuita e ho potuto dedicarmi a tempo pieno all’amministrazione. Probabilmente la mole dei cantieri partiti e in arrivo l’ha spinto a prendere il provvedimento”:
C’erano state avvisaglie?
“Per due volte non sono stato convocato alle Giunte, facendomi risultare assente. La prima volta ho fatto finta di niente, la seconda volta ho scritto al sindaco e al segretario generale che non si può pensare a una ‘Giunta da bar dello sport’ e chiedevo professionalità”.
Fratelli d’Italia che dice?
“Nasco civico, ma quella è la mia area. Ho ritenuto fosse giusto definire il ruolo, anche per accrescere il filo diretto con Ancona e Roma. Il mio non è un salire sul carro dei vincitori, ho pensato a un maggior aiuto. Cosa E questo poi è diventato evidente quando abbiamo perso i fondi del Pnrr, 5 milioni di euro tra lungomare e casa famiglia, e grazie all’intercessione di Agostini è arrivata la proroga di 60 giorni. Nessuno ha detto grazie, ma era il mio lavoro e quindi l’ho fatto in silenzio”.
Il suo ingresso è stato ben accettato dal partito, c’è chi parla di divisioni?
“Sia Agostini che il segretario provinciale Balestrieri mi hanno dato il benvenuto. Quando Agostini ha fatto il comunicato, era convinto che avessi già parlato con il sindaco. Lo avrei fatto dopo poco, la tessera l’ho presa il 22 settembre”.
E ora?
“Salvatelli torna nell’ombra, a dedicarsi alla famiglia e al suo lavoro. Ma con amarezza, perché ho ricevuto tantissimi messaggi di supporto. Questo mi fa capire che il lavoro è stato tanto e buono, mi è stato riconosciuto anche dai dipendenti comunali”.
Deluso da Vesprini?
“Molto deluso per il modus operandi. Il sindaco può mandare a casa ogni assessore, ma c’è modo e modo. La difesa dive essere proporzionata all’offesa. Mi cacci per una tessera? Difficile crederci. Era meglio parlare di ‘visioni di città diverse’. E invece, mi ritrovo alle 22 un decreto con comunicato stampa. Era tutto deciso”.
Qualche altro assessore l’ha chiamata?
“No, nessuno. Ma sinceramente non vorrei stare al loro posto, è imbarazzante. Uno schiaffo a me, ma soprattutto ai sangiorgesi visto che sono stato dopo Bragagnolo il più votato della maggioranza”.
Salvatelli, lei ha sbagliato qualcosa?
“Non sono uno yes man. Potevo dirgli prima della tessera? Ma cosa cambiava, magari mi avrebbe detto di ‘no’. E allora gli altri? Lasciamo stare le stupidaggini. Spero sempre che esca una motivazione vera. Mi sono impegnato in questo inizio di legislatura, trascorrevo più di dieci ore in Comune, seguendo anche i cantieri”.
Le sue deleghe?
“Quella più pesante, i Lavori pubblici, l’ha presa il sindaco. E li gestisce con Urbanistica e Partecipate. Come farà a fare tutto? Qualcuno lo aiuterà…”.