di Francesca Pasquali
PORTO SAN GIORGIO - «L'idea della Cenerentola lede la verità. Fermo avrà uno degli ospedali migliori, non solo a livello regionale, ma nazionale. E non solo per la struttura, ma perché ha delle professionalità di altissima e ampia caratura». Si concede di buon grado ai microfoni, Filippo Saltamartini. L'assessore regionale alla Sanità, stamattina, è intervenuto alla riapertura della Rsr di Porto San Giorgio e tra pochi giorni incontrerà tutti i sindaci.
Assessore, siete stati di parola: riaprono i vecchi ospedali.
«Iniziamo da Porto San Giorgio un percorso che sarà rinforzato dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e che prevede un intervento massivo sugli ospedali di comunità. Un percorso avviato insieme ai rappresentanti del territorio, per togliere da tutti i reparti per acuti ciò che non è acuto e garantire alle fasce sociali più deboli i servizi che durante la pandemia sono stati carenti. Sogno che una regione piccola come la nostra abbia una sanità come quella della Svizzera. Una sanità per i poveri, per quelli che non hanno raccomandazioni o amici che contano».
E gli ospedali nuovi?
«Quello di Fermo, una volta completata la struttura, avrà 30-35 milioni di investimento per le macchine elettromedicali. Poi, dovremo ragionare su come garantire quelle funzioni, come l'Emodinamica, che servono a questo ospedale, che sarà regionale. Perché, se avrà attrezzature e professionalità adeguate, dovranno venirci da tutte le Marche».
Intanto, la sanità fermana arranca. Basti pensare al pronto soccorso.
«Il problema del pronto soccorso è l'afflusso abnorme di pazienti, dovuto alla mancanza di medici di medicina generale e al fatto che, spesso, si chiede il ricovero in acuzie per persone che dovrebbero essere ricoverate in strutture per post-acuzie. Per questo, tutte le regioni hanno chiesto al governo che i medici di medicina generale siano assunti dall'Asur, per cercare di riempire questo vuoto e garantire la medicina del territorio. Ma il vero problema è la formazione del personale».
Cioè?
«Non abbiamo medici. Di quelli di medicina generale ne mancano cento su 1.200 e c'è una carenza di 60 medici sul 118. Abbiamo avviato un percorso nella Conferenza Stato-Regioni per chiedere l'eliminazione del limite di accesso alla facoltà di Medicina per i prossimi quattro-cinque anni, raddoppiare o triplicare le risorse per le specializzazioni ed eliminare il limite del tetto di spesa per l'assunzione del personale. È pazzesco che una Regione con un bilancio in equilibrio come la nostra, che potrebbe assumere tutti i medici di cui ha bisogno, non possa farlo in parte perché non sono stati formati e in parte perché la legge lo vieta».
Che fine ha fatto il robot chirurgico?
«È stato fatto un percorso per affittarlo e farlo utilizzare dalle aree vaste di Ascoli, Fermo e Macerata. Ma il procedimento si è inceppato perché ha violato le norme della gara e l'Anac l'ha stoppato. Ora l'abbiamo riattivato».
Ma starà a Fermo oppure no?
«Dobbiamo garantire che a Fermo possa essere impiegato. Se, poi, fisicamente, il lunedì starà a Fermo, il martedì ad Ascoli e il mercoledì a Macerata non l'abbiamo deciso. Ma abbiamo intenzione di garantire ai medici e alle professionalità di Fermo l'uso del robot».
Che pensa della candidatura del direttore dell'Area vasta 4 alla guida dell'Ars (Agenzia regionale sanitaria)?
«Roberto Grinta ha diritto di fare tutti i concorsi che vuole, ma, se li fa, non è per scappare dall'Area vasta 4. Starà qui fino a riportare Fermo e il suo ospedale al top, finché l'ospedale di Amandola non sarà operativo e non saranno stati riattivati, con il Pnrr, gli ospedali di comunità».