FERMO – Dopo i giorni di bufera, si cerca di tornare a parlare e ragionare sul tema dell’interruzione di gravidanza. “Chi ricopre cariche istituzionali è chiamato a rappresentare tutta la popolazione e a farlo in modo serio e laico. La scelta dell’aborto rimane una scelta personale ed intima sulla quale nessuna istituzione deve esprimersi nel merito” sottolinea Possibile con i suoi vertici di Ascoli e Fermo rappresentati da Daniela Minnetti.
“Parliamo sempre del metodo abortivo però mai di ciò che si potrebbe costruire prima. La legge 194 riguarda sicuramente e tutela l'autodeterminazione della donna in fatto di maternità, per eventualmente abortire in modo sicuro per la sua salute, ma, a monte, vorrebbe offrire anche strumenti per aiutare la donna a portare avanti la gravidanza, e non solo per interromperla” ribadisce Demos, Democrazia Solidale, delle Marche dove milita anche il medico sindaco fermano Gaetano Massucci.
“Se davvero si è interessati alla crescita della natalità ed alla genitorialità responsabile, avendo il potere di incidere sulla vita delle persone, ci si dovrebbe impegnare per fare in modo che le nuove generazioni crescano nella consapevolezza e – prosegue la Minnetti - nel rispetto di se stessi anche attraverso programmi di educazione sessuale fin dalle scuole elementari, dovrebbe implementare politiche serie di sostegno alle famiglie, di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, impegnarsi per rendere effettive le pari opportunità, a realizzare la parità di salario. È ora di smetterla di volere decidere sul corpo delle donne”.
Possibile ha parlato via comunicato stampa, Demos invece con una lettera inviata al presidente della Regione, Francesco Acquaroli: “Interrompere una gravidanza è una scelta pesante e sofferta, perché c'è di mezzo la procreazione e la vita al suo nascere. Perché il dibattito politico non entra nel merito sul come e se la legge 194 viene applicata? Abbiamo l'impressione che si parli senza aver prima approfondito. Noi vogliamo spostare l'attenzione sull'urgenza del sostegno alla maternità con un approccio costruttivo e non ideologico – spiegano da Demos -, per dare risposte a bisogni concreti e pienamente rispondenti alla legge 194”.
Quello che il gruppo centrista vuole è avere un ambulatorio in cui “tenendo ferma la loro possibilità di scegliere, gli operatori colloquiano con queste donne, cercano di capire cosa le spinge all'aborto e offrono loro un sostegno concreto, un aiuto come alloggio, sussidi economici, lavoro, conforto”.
Un modo per individuare le politiche più adeguate: “Si parla sempre del diritto e dignità nel morire ma mai del diritto e dignità nel vivere: i bisogni vanno accolti, condivisi e vanno offerte delle soluzioni possibili, solo allora potremo dire che una donna è stata veramente libera di scegliere e non costretta dalle circostanze del momento”.