*Fermo è una citta, oramai, senza un governo. O meglio, un governo formale esiste, ma ciò che manca è il comando della città. L’impoverimento degli Enti Locali, grazie al Federalismo fiscale, ha introdotto un sistema di sviluppo a diverse velocità e Fermo, città capoluogo della Provincia più piccola delle Marche ne sta pagando le conseguenze, sia in termini concreti, mancanza di risorse, sia sociali, siamo i più poveri, e politici, siamo i meno rappresentati nelle istituzioni “che contano”.
La scelta miope fatta da tutte le forze politiche di delegare la gestione di una fase così delicata a donne e uomini di buona volontà, non è bastata e ha permesso un ”assalto alla diligenza” senza precedenti, da parte di isolate sacche di potere economico che ritengono di razziare ogni sorta di ricchezza del nostro paese.
E’ partita la speculazione in vista dell’erigendo ospedale di Campiglione; Lido San Tommaso, illuso da un piano di riqualificazione che stenta a decollare, appare sempre più in balia di una criminalità divenuta insopportabile; l’operazione di svendita della Casina delle Rose sta assumendo toni che definire grotteschi è il minimo.
Il Sindaco si sta assumendo la responsabilità di passare alla storia come colui che ha messo fine al più bel sogno della città. La cessione al privato viene spiegata come l’unico rimedio di fronte all’incuria, al deprezzamento, al degrado.
La Casina delle Rose è una palazzina che rappresenta la "fermanità", cederne la proprietà significa rinunciare a una parte della nostra anima. I mancati investimenti e il mancato impegno a ridare vita a questo pregiato pezzo della collezione immobiliare, portano alla vendita.
Oggi si compie, o si sta per compiere, lo sfregio che resterà indelebile nelle nostre menti e nella nostra cultura, sociale e artistica, perché qualcuno ha deciso di fare “all in” con le ricchezze altrui.
Chi ha a cuore questo pezzo di storia fermana si mobiliti, prima che sia troppo tardi e il mio invito va alle forze politiche, tutte, agli intellettuali, agli imprenditori illuminati, agli studenti, alla stampa, alle donne e agli uomini affinché possano mettersi a protezione del luogo più bello della città e far sì che resti pubblico.
*Renzo Interlenghi, consigliere comunale di Fermo