Dopo la notizia della recente aggressione nei confronti di una donna inerme, e senza una seppur minima e plausibile ragione, avvenuta a Lido Tre Archi vorrei, innanzitutto mostrare la mia più completa solidarietà alla vittima e a tutte le persone per bene che vivono nel quartiere e che ne garantiscono ancora la socialità.
Vorrei, con l’occasione, replicare a quanto affermato dal Sindaco laddove egli ha affermato:”Basta demonizzare chi vive a Tre Archi” perché nessuno, credo, abbia mai avuto intenzione di demonizzare i residenti per bene, bensì l’ambiente torbido che sono costretti a sopportare.
Che vi sia un problema serio, in quel quartiere, è sotto gli occhi di tutti e non possiamo voltarci dall’altra parte, minimizzandolo se non, addirittura, negandolo.
Le istituzioni debbono far sentire il peso del ruolo che esse svolgono ma l’azione non può essere demandata alle sole forze dell’ordine che fanno tutto quello che è nelle proprie possibilità.
Come avremo tutti notato, l’assemblea pubblica indetta dal comitato C.o.r.t.a e da Confabitare si è tenuta sotto il portico di uno dei palazzi, perché non è stato messo a disposizione dall’amministrazione comunale, il centro sociale che dovrebbe essere preposto anche a questo tipo di iniziative. Mi è stato riferito che la domanda di utilizzo non avrebbe avuto seguito. Perché ciò è accaduto? Forse perché, secondo l’amministrazione, gli interlocutori non erano abbastanza “collaborativi”? Questo atteggiamento oltre ad essere discriminatorio, potrebbe lanciare un segnale ben preciso, ovverosia quello di abbandonare a sé stessi dei cittadini che vogliono manifestare civilmente il proprio pensiero isolandoli per quanto è possibile. Mi rifiuto, infatti, di pensare che queste persone vogliano solo e semplicemente “buttarla sempre e solo in cagnara”.
La tensione è palpabile e occorre, allora, essere ancora più vicini a costoro mostrando comprensione e solidarietà; in fondo chiedono solamente questo: più sicurezza e maggior ascolto da parte di chi amministra.
Sono certo che il Sindaco e l’Assessore Torresi stiano tentando di fare, fino in fondo, la loro parte, e mi rendo conto che è un problema più grande di noi. Proprio per questo solamente uniti potremo risolverlo. Insistiamo allora affinché, immediatamente, venga installato il posto fisso di polizia, garantiamo gli spazi di socialità, facciamo in modo che il quartiere sia sempre più frequentato dalla parte sana della città e isoliamo il malaffare.
Renzo Interlenghi
Capogruppo Fermo Capoluogo