PORTO SANT’ELPIDIO – Se sarà o meno il candidato presidente alla guida della regione Marche, Matteo Ricci ancora non lo vuole dire. “C’è tempo, ne parliamo tra qualche mese. In questo momento ci sono partite cruciali come l’Umbria e l’Emila, a livello nazionale, e il mio lavoro in Europa”.
Protagonista per quasi due ore a Porto Sant’Elpidio insieme con il segretario della Cgil di Fermo, Alessandro De Grazia, Ricci si è confrontato sull’autonomia differenziata e le infrastrutture. Sulla prima questione la sua posizione è chiara: “Questa riforma è uno scambio tra i partiti della maggioranza: io do a te l’autonomia, tu a me il premierato e all’altro la riforma della giustizia. Peccato che nessuno è convinto di quello che voglia l’alleato. E così sono nate tutte pessime riforme che serviranno solo ad aumentare le diseguaglianze” spiega l’europarlamentare Pd, l’uomo capace di prendere più di 100mila preferenze pochi mesi fa.
Se c’è una autonomia che vorrebbe veder aumentata è quella di Comuni e Province. “Ci sono settori come scuola e sanità in cui i rischi sono altissimi. Tra gabbie salariali e tagli dei servizi, le parsone si troveranno a scegliere se curarsi o no, e già le Marche sono deficitarie” aggiunge De Grazia. “Che la sanità nelle Marche va da male è un fatto. Che poi ci siano delle eccellenze legate a ottimi professionisti è un’altra storia (Torrette miglior ospedale pubblico, ndr). La riforma delle Ast è un disastro, oggi pensano di assumere 20mila sanitari indiani e non fanno nulla per fermare la mobilità passiva verso nord”.
Dove Ricci è stato tranchant è sulle infrastrutture. “Se sarò io il presidente…” si è fatto scappare nell’intervento, “di certo deciderò. Perché questo deve fare la politica. Chi guida una regione deve prendersi la responsabilità delle scelte. Quindi terza corsia sì’ e piano per l’alta velocità”.
Sulla ferrovia Ricci non può che alzare la voce “perché questa regione ci sta facendo rubare 1,8miliardi di euro, che erano destinati al bypass di Pesaro e Fano. Unaa vera vergogna, ma non mi arrenderò mai e combatterò per evitare che si fermi lo sviluppo. È una baggianata che si blocca Pesaro per fare un progetto unitario, questi soldi sono reali e stanziati, Acquaroli doveva solo firmare e invece sta perdendo un’occasione per penalizzare il comune che guidavo”.
De Grazia ascolta, gli lascia sul tavole degli spunti peer il futuro: “Terza corsia sì’, ma non arretrata all’interno. Alta velocità, per rendere l’attuale ferrovia una linea sostenibile (stesso progetto che Ricci vuole per Pesaro) e poi Mezzina e metrotramvia”.
Spunti che nel fermano sono nati attorno al Tavolo per lo sviluppo, l’organo di concertazione provinciale che andrebbe usato di più. “So bene che qui ci sono discussioni nel merito, è l’arte della politica, ma lo ribadisco se mai dovesse toccare a me, deciderò sapendo che qualcuno non sarà d’accorso. Ma lo spiegherò, evitando di fare quello che accade oggi dove ci fanno scontrare sui territori, lasciandoci la responsabilità anche se non siamo al governo e soprattutto nascondendo così il fatto che per il sud delle Marche, e il Fermano in particolare, ci sono zero euro” ribadisce Ricci.
Il finale dell’incontro è politico. L’europarlamentare sa che per vincere tra un anno serve il centro, ma lui è anche uno dei grandi artefici dell’alleanza coni 5 Stelle. Questa estate ha lanciato l’amo verso il mondo di Gina Mario Scappa e no ha intenzione di ritirarlo su vuoto: “Il Pd sta crescendo, ma ci serve più organizzazione. Siamo un partito e non un movimento” sottolinea col piglio del leader davanti ai vertici dem elpidiensi, al consigliere di Fermo Nicolai e al presidente del consiglio comunale del capoluogo, Francesco Trasatti, che passo passo sta tornando nella sua area politica staccandosi dal modello ‘centrista’ di Calcinaro. “Anche perché – ricorda Ricci – chi vuole fare il civico su tanti temi, poi alla fine favorisce sempre la destra, è un dato”.
Lui continua a credere nei 5 Stelle, “perché il blocco di Conte è l’unico compatibile con noi” e vorrebbe una forza di centro solida con cui lavorare, “ricordiamo che nelle Marche Acquarli ha vinto perché il centro quattro anni fa ha votato per la destra”. Ha fiducia, “le elezioni europee hanno cambiato il Pd nelle Marche, ridato unità ed equilibri (non ancora nel fermano, a riprova tanti assenti del partito all’incontro con l’europarlamentare). Questo ci farà scegliere al meglio la strategia e il candidato, non faccio il prezioso, serve una scelta di comunità, che sia un uomo o un a donna a candidarsi, dobbiamo giocare per vincere”.
C’è tempo quindi, e soprattutto c’è un programma da scegliere “che sarà quello su cui noi valuteremo se o meno appoggiare Ricci” la chiosa di De Grazia prima del saluto di Patrizia Canzonetta e Carlo Cognigni, artefici del partecipato incontro alla casa del Volontariato.