PORTO SAN GIORGIO – Michele Amurri è il nuovo segretario del Pd di Porto San Giorgio. Parlare mentre a livello nazionale il partito si sgretola non è facile, ma lui e Giacomo Clementi, la nuova generazione Dem, vogliono incidere. Il tema è la viabilità, le infrastrutture. “Questioni da affrontare insieme, la politica deve decidere, non bastano i tecnici”.
TERZA CORSIA E NON SOLO
Il metodo per i due Pd deve cambiare. “Non si può ragionare a macchia di leopardo”. Si torna alla visione. Un esempio è la mare-monti: “Una strada che impatterebbe con forza a livello ambientale. Di certo una quattro corsie come la Ascoli mare non è proponibile. Non può neppure essere l’ospedale la motivazione. La provincia infatti avrà un bell’ospedale ma l’ospedale non è la provincia” ribadisce il segretario.
Fosse per lui si deve partire dal porto, che va collegato e valorizzato: “È un aspetto chiave, entro un ano avremo il suo piano di sviluppo, che deve farci pensare anche alla Valdete. Una strada che è diretta verso il porto e che con bretelle potrebbe collegare tranquillamente la Valdaso al nuovo ospedale”. E anche la Valdaso per il segretario, che è agrotecnico, va interessata. “Una vallata che va valorizzata nella sua bellezza”.
Questione terza corsia: “Non basta arrivare a Pedaso. L’impatto sulla città sarebbe pesantissimo. Lo accettiamo ma se andiamo oltre il nostro territorio. Bisogna ragionare fino a Teramo e capire se davvero l’arretramento non è la soluzione”.
Quello che auspicano è la metropolitana di superficie da Porto San Giorgio ad Amandola: “Abbiniamola a una pista ciclabile e facciamola con i fondi del Recovery Plan. Sarebbe un’azione per il turismo estivo, agevolando anche i pendolari”.
I NODI DEL CONSIGLIERE
Il capogruppo in consiglio crede nelle infrastrutture: “Ne abbiamo bisogno, ma proprio per questo non possiamo sbagliare perché spostano il baricentro economico e turistico. È incredibile non parlare mai della Valdete che è davvero centrale. Sono scomparse pure le bretelle da Campiglione. Il rischio di spostare il baricentro verso il nord della provincia è l’emblema dell’assenza di strategie”. Le criticità non si possono affrontare una per volta, ma serve un piano generale.
L’APPELLO
Ma chi dovrebbe guidare la pianificazione delle infrastrutture? “La provincia è svuotata politicamente, ha solo delle competenze tecniche. Chi parla ogni giorni, infatti, sono esponenti regionali e singoli sindaci. Quindi serve un coinvolgimento delle istituzioni locali legandole alla Regione”.
E poi c’è il capoluogo: “Fermo rappresenta più di altri la provincia, ma bisogna fare squadra tra sindaci senza guardare al colore politico”.