FERMO - Due gravi infortuni nel giro di poche ore, uno a Monte Urano l’altro a Montegranaro, il primo ha visto coinvolto il titolare di un’impresa edile che ha perso parte di un arto, il secondo un operaio edile caduto da un impalcatura che, stante alle prime notizie, non avrebbe riportato lesioni gravi ma che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche.
"Questi due infortuni - commenta Il Segretario Generale della Cgil Alessandro De Grazia - riaccendono un faro sul tema della salute e sicurezze nei luoghi di lavoro nel Fermano colpita duramente dalla morte, sempre in occasione di lavoro, di due giovani Giseppe Lenoci a febbraio dello scorso anno e Franco Mazzelli lo scorso 13 luglio, due vite spezzate, due morti che hanno sconvolto l’intera comunità fermana, due morti che potevano essere evitate come la maggior parte degli infortuni gravi e mortali".
In primo luogo si chiede una corretta applicazione ed il rispetto delle normative in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a partire dal D.Lgs 81/08, una adeguata e costante formazione, un sistema di prevenzione con adeguate risorse, un sistema di controlli e sanzionatorio adeguato alla drammaticità dei numeri che tutti i giorni ci troviamo a commentare.
"In tema di controlli un dato su tutti, che da la dimensione di quanto sia fragile il sistema, è il numero degli ispettori, 50 in tutta la regione 1 ogni 9700 lavoratori, per non parlare del fatto che nella provincia di Fermo non c’è una sede dell’Ispettorato del Lavoro - aggiunge De Grazia - Di fronte a questa situazione la domanda che dovremmo porci tutti, politica e parti sociali, cos’è il lavoro oggi? Una merce a basso costo!"
E poi ancora: "Con i dovuti distinguo ovviamente di che fa impresa seriamente, di chi investe, di chi rispetta le normative ed i contratti nazionali e considera veramente lavoratrici e lavoratori la loro principale risorsa, oggi il tema del lavoro e della sua qualità deve essere una priorità dell’agenda politica e nel rapporto tra parti sociali. Continuare a lamentarsi del fatto che 'non si trovano operai' o che 'i giovani non hanno voglia di lavorare' non risolve i problemi, bisogna cominciare a chiedersi quali sono le ragioni".
L'elenco è lungo: "Contratti precari, bassi salari, contrattazione di secondo livello inesistente, mancato rispetto delle normative in materia di salute e sicurezze, sono solo alcune delle ragioni che, giustamente, disincentivano i giovani ad approcciare ad alcuni lavori, soprattutto al manifatturiero. E allora, guardando alle caratteristiche del tessuto produttivo locale, serve una svolta decisiva se non vogliamo rassegnarci a vedere lentamente sparire alcune produzioni".
"Noi siamo pronti e disponibili ad aprire un serio confronto su queste tematiche - aggiunge - privilegiando quale luogo di confronto il Tavolo Provinciale per la Competitività lo Sviluppo del Fermano, ma occorrono risposte urgenti dal Governo Nazionale, Regionale ma anche dal sistema delle imprese. Abbiamo proposte serie avanzate insieme a Cisl e Uil ed obiettivi spesso, almeno sulla carta, condivisi con le nostre controparti. Oggi serve tradurre quegli elementi di condivisione in progetti concreti di che rimettano al centro il lavoro e la qualità della vita di chi lavora".