FERMO - Sono i primi che incontri in ospedale, sono gli ultimi che lasciano la stanza, sono la sanità di prossimità: sono gli infermieri. Il profilo dell'infermiere compie 30 anni: era il 14 settembre 1994 quando fu promulgato il Decreto Ministeriale n.739 che stabilì il profilo professionale dell'infermiere
“Un professionista a tutto tondo che lavora in équipe multidisciplinare, che continua a formarsi e a fare formazione, che ha il ruolo di governare gli operatori di supporto ma, a 30 anni dalla sua prima emanazione questo profilo meriterebbe una rivisitazione evolvendo più velocemente di quanto non accada oggi, verso un'autoregolamentazione come accade per tutte le altre professioni intellettuali” le parole dell'Opi (Ordine professioni infermieristiche di Ancona) Giuseppino Conti.
L’intervento nel giorno del trentennale della pubblicazione del Decreto Ministeriale che riconobbe all'infermiere il ruolo di professionista intellettuale. “Da mero esecutore viene riconosciuto professionista intellettuale a tutti gli effetti”.
La svolta, ricorda l’Opi, è stata dare una definizione delle funzioni dell'infermiere come «operatore sanitario», con una «competenza, un'autonomia, una responsabilità, che agisce secondo una formazione di base (nel '94 iniziava la formazione accademica con i diplomi universitari), e che opera attraverso un metodo, che è il processo di assistenza infermieristica.
“Per la nostra categoria è una data epocale ed un compleanno speciale ma c'è ancora molto da fare. La Legge 42 del 1999 ha poi sancito che l'infermiere è un professionista che opera con autonomia, responsabilità, competenza, tenuto conto dei vincoli date dalle competenze delle altre professioni.
Il Decreto Ministeriale è stato un tassello che ha consentito, in questi 30 anni, il perfezionamento della formazione accademica con i percorsi triennali, magistrali, dottorati di ricerca, ulteriori percorsi di specializzazione e master, che ha aperto alla formazione specialistica e a un ruolo di governo di altre figure”. Nelle Marche gli infermieri in servizio sono 11.537.
“Lavoriamo tutti perché il paziente torni al centro del sistema sanitario e, intorno alle sue esigenze vengano costruiti i modelli organizzativi adeguati in base all'evoluzione delle competenze di tutte le professioni sanitarie a partire dalla nostra. Questa mancata presa di coscienza dell'evoluzione formativa che è tutta italiana - conclude - porta al mancato riconoscimento della professionalità dell'infermiere, alla conseguente dequalificazione, a percorsi di carriera difficoltosi e, come purtroppo registriamo sempre più frequentemente, a convincere molti colleghi a trasferirsi all'estero dove all'infermiere è riconosciuto un ruolo coerente con le sue capacità e professionalità”.